Economia
Martedì 09 Settembre 2014
Ecotassa in Ticino
«Non è sui frontalieri»
Il consigliere Zali presenterà la proposta che porterà 12 milioni di franchi nelle casse. Il sindacato: «Per ora nessun timore di rivalsa»
L’hanno ribattezzata la ecotassa sui frontalieri. In realtà la misura che il consigliere di Stato Claudio Zali presenterà entro venerdì e prenderà poi la sua strada verso i vari enti, riguarda le aziende. Ed entrerà in vigore nel 2015.
Obiettivo, fare bene all’ambiente e alle casse del Canton Ticino: 12 milioni di franchi potrebbero affluire grazie a questo provvedimento. Che funziona così: i datori di lavoro dovranno pagare 2 franchi al giorno per ogni posteggio messo a disposizione. L’onere cade appunto sull’imprenditore, ma è probabile che questo a sua volta lo scarichi sugli altri: dal cliente del centro commerciale arrivando al lavoratore, straniero in testa.
La lettura del “Mattino on line”, organo dei leghisti ticinesi, ad esempio è questa: non si riesce a limitare il numero di frontalieri (ormai arrivato sopra i 62mila nonostante l’esito del referendum dello scorso febbraio), colpiamoli “alla radice”, visto che intasano le nostre strade.
Lo spettacolo di auto - comune all’Italia come al Ticino - con una sola persona al volante accende le polemiche. Ma con onestà intellettuale Zali ha ammesso a più riprese che non si tratta di solo vizio italico. Da parte del consigliere di Stato, intervistato alla tv svizzera nei giorni scorsi, appaiono ancora toni distensivi: il traffico è un problema di tutti e si deve cercare di risolverlo tutti insieme. Così come sta lavorando con gli amministratori pubblici oltre confine. La tassa di collegamento da lui auspicata toccherà le aziende con più di 50 parcheggi. Non solo centri commerciali, appunto, ma anche aziende.
Questa la parte negativa, mentre il Cantone continua ad assicurare sostegno alle imprese che promuovono una mobilità diversa e più rispettosa dell’ambiente. Comportamento presente comunque in Ticino, visto che ci sono diverse realtà che incentivano i dipendenti a prendere i mezzi pubblici o ad adottare il car sharing.
Ma tra i frontalieri si respira in effetti la paura di pagare di tasca propria questa misura? Il responso di Andrea Puglia, dell’Ocst, non porta a pensare così. Anzi, vede persino dei vantaggi per la categoria: «Non percepiamo questo timore - spiega infatti - che non si assumano più frontalieri o ci si possa rivalere su di essi. Il vantaggio economico e anche professionale nell’assumere i frontalieri rimarrà».
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