Economia / Sondrio e cintura
Giovedì 02 Agosto 2018
«Difendiamo i negozi sotto casa»
Uncem si mobilita per i paesi alpini
In Italia sono 207 i Comuni senza un esercizio commerciale, quattro in provincia. «Servono scelte politiche chiare, ma anche una diversa consapevolezza delle comunità».
Presenze in crescita in questi giorni nelle località turistiche di Valtellina e Valchiavenna in vista delle giornate più calde di agosto favorite, in quest’estate, dalle condizioni meteo, dall’Unione nazionale Comuni Comunità Enti montani (Uncem) presieduta in Lombardia da Tiziano Maffezzini, arriva un augurio che è anche un invito: «Chi sale nelle vallate in queste ore, si fermi nei negozi, nei bar, nei ristoranti del territorio. Scelga la montagna fatta della rete di piccole botteghe e di punti di accoglienza».
Si chiama “Compra in Valle” la campagna di Uncem ripresa e lanciata in queste ore sui social network anche dagli amministratori e politici locali.
Primo tra tutti l’assessore regionale alla Montagna Massimo Sertori, che ha postato sulla sua pagina Facebook la locandina dell’iniziativa-appello raccogliendo condivisioni e numerosi commenti, alcuni dei quali anche critici rispetto alle scelte fin qui fatte in tema di grande distribuzione e di viabilità a servizio dei centri commerciali. La questione è certamente complessa, ma spesso la sopravvivenza delle realtà paesane più piccole è proprio legata alla presenza delle botteghe di vicinato.
In Italia - fanno sapere dall’Uncem -, 207 Comuni non hanno un negozio, di questi, 91 sono in Piemonte e 34 in Lombardia. Dati (fonte Istat) in continuo aumento, in crescita di un punto percentuale l’anno. «Ecco perché - aggiungono - salvare i negozi sotto casa, nei piccoli Comuni e nei centri delle aree montane, è una necessità». Da qui quella che a tutti gli effetti suona come una sfida sociale, culturale, economica ed istituzionale.
«Determinante è difendere e valorizzare i negozi sotto casa, schiacciati dai supermercati e dai centri commerciali aperti dagli anni ottanta a oggi. Non è sempre vero che i prodotti hanno dei sovracosti - spiega Marco Bussone, presidente nazionale Uncem -. Nei Comuni montani, il negozio è un ancoraggio della comunità. Luogo di aggregazione prima ancora che di acquisto. Punto multifunzionale dove comprare alimentari, frutta, verdura, prosciutto e formaggi, biscotti e succhi di frutta, poi sigarette e giornali. Punto dove matura la comunità».
Eppure, solo in Piemonte oltre 90 Comuni non hanno più un negozio, 34 in Lombardia di cui quattro - Castello dell’Acqua, Cercino, Pedesina e Sernio in provincia di Sondrio. E per restare nella nostra regione, 193 - 25 in provincia - sono a rischio desertificazione con un massimo di tre esercizi commerciali. «Servono scelte politiche chiare - insiste Bussone -, ma anche una diversa consapevolezza della comunità che vive su un territorio. Regioni e Parlamento devono varare leggi che individuino sgravi fiscali, una fiscalità “di vantaggio” e minor carico burocratico per chi possiede un negozio in un Comune montano, per chi avvia un’attività nelle Terre Alte, per chi vuole potenziare una piccola impresa, per chi apre una partita iva». Devono poi essere incentivati i centri multifunzionali, negozi che vendono prodotti e allo stesso tempo svolgono dei servizi. Come alimentari che hanno anche il dispensario farmaceutico, edicole che sono anche cartolerie e poste.
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