Crisi Melavì, Beduschi: «Ritrovare l’unione per salvare l’azienda»

Non poteva non affrontare la questione Melavì l’assessore all’Agricoltura sovranità alimentare e foreste, Alessandro Beduschi, nella sua visita in provincia di Sondrio dopo che la crisi della cooperativa si è mostrata in tutta la sua drammaticità

Sondrio

Parola d’ordine aggregazione perché in un territorio piccolo come quello valtellinese soltanto rimanendo insieme, sfruttando la logica delle economie di scala cioè, si può vincere, ma prima ancora sopravvivere. «E siamo fiduciosi che lo si possa fare».

Non poteva non affrontare la questione Melavì l’assessore all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste Alessandro Beduschi nella sua prima visita in provincia di Sondrio dopo che la crisi della cooperativa si è mostrata in tutta la sua drammaticità. Debiti accumulati e conferimenti dei soci scesi in pochi anni da 28 mila tonnellate a 7 mila tonnellate (-75%) hanno minato lo spirito stesso con cui era nata nel 2013 come fusione delle tre cooperative ortofrutticole storicamente presenti sul territorio portandola sull’orlo del fallimento.

«Siamo comunque fiduciosi – dice Beduschi che sta lavorando al dossier insieme al collega valtellinese Massimo Sertori -. Credo che la mela in Valtellina possa avere un grande futuro anche grazie al progetto portato avanti con l’università di Bologna per la mela olimpica (la cosiddetta Bernina il cui nome però non è ancora stato ufficializzato, ndr), che con bellezza e ricchezza di sapori e gusto ha tutte le caratteristiche per avere successo sul mercato e al traino dei Giochi olimpici invernali. Sarebbe un peccato non mutuare quello che è stato fatto in altri territori limitrofi, in altre regioni, con grandi capacità imprenditoriali solo per seguire una logica individuale che in realtà come queste è penalizzante. Qui se non si fa economia di scala, stanti numeri e dimensioni, è difficile sopravvivere».

Beduschi ricorda di aver già fatto diversi incontri con gli amministratori e i portatori d’interesse. «Bisogna puntare sulla volontà di unione da cui era nata Melavì – sottolinea -. La forza della cooperativa era l’economia di scala che riusciva a produrre, la coesione dei produttori che credevano in un progetto. È stato il venir meno di questo collante ad aver creato problemi. Per questo abbiamo chiesto la possibilità di ricomporre il quadro, di superare la frammentazione che mette a rischio la continuazione stessa dell’attività d’impresa».

Una ricomposizione che passa attraverso la “sistemazione” dei bilanci. Senza conti che tornano è difficile pensare di proseguire l’attività. «Insieme a Sertori, spingiamo per garantire che la mela della Valtellina sia un brand altrettanto forte – sottolinea Beduschi -. Abbiamo l’occasione olimpica e dobbiamo assolutamente sfruttarla. Al di là degli aspetti gestionali in cui non intendiamo entrare, il nostro compito sarà quello di favorire la coesione territoriale. Se aggreghiamo un brand riusciamo a venderlo». Un’operazione dai tempi stretti. «Da qui all’autunno speriamo di riuscire a valorizzare nuovamente la coesione. Noi ci crediamo».

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