Economia / Sondrio e cintura
Giovedì 02 Maggio 2019
Creval, l’ad Lovaglio: «Corriamo da soli. Tante potenzialità da sviluppare»
«Stiamo lavorando su questo piano industriale che è molto importante per noi, perché è quello su cui vogliamo basare il rilancio di una banca che ha grandi potenzialità».
Non si è parlato nel dettaglio di quest’aspetto, nel corso dell’assemblea degli azionisti di martedì a Milano, ma al termine dei lavori l’amministratore delegato e direttore generale del Credito Valtellinese, Luigi Lovaglio, ne ha ribadito la centralità. Entro giugno, poi, il progetto sarà illustrato alla economica e finanziaria. «Abbiamo diversi cantieri aperti: vogliamo sviluppare ancora di più i finanziamenti destinati alle Pmi, primeggiare nella gestione del risparmio e rafforzare ulteriormente la struttura del nostro bilancio, con il tentativo di ridurre il carico dei crediti deteriorati, per portarlo a un livello ancora migliore dell’attuale, e di strutturare un piano di sviluppo del funding, perché riteniamo che sia necessario per finanziare in maniera equilibrata la crescita della banca»
Non è prevista una dinamica attuata per linee esterne. Il Credito Valtellinese si tira fuori, almeno per il momento, da un eventuale risiko bancario. «Siamo concentrati sulla crescita di quello che abbiamo in casa come capacità organica e poi abbiamo degli spazi immensi nel nostro territorio. Abbiamo tanto terreno da percorrere autonomamente e senza crescite esterne. Restiamo concentrati su questo, sullo sviluppo efficiente della banca e sullo sviluppo tecnologico: non pensiamo ad altro». Un concetto espresso, nelle settimane scorse, anche Davide Serra, il fondatore di Algebris, fondo che detiene più del 5% dell’istituto valtellinese. «Il consolidamento ci sarà di sicuro - aveva detto -, come e quando spetterà al board del Creval decidere. Io penso che questo possa avvenire in 2-3 anni, anche perché ritengo che sia sempre meglio mettere prima la casa in ordine prima di sposarsi».
Ora, ha ribadito Lovaglio al termine dell’assemblea, si punta sulla creazione di valore. «Gli azionisti ci hanno dato un mandato molto chiaro, chiedendoci di farlo nel medio e lungo termine. È il tipo di governance migliore che un amministratore delegato può sperare, perché abbiamo logiche di crescita nell’interesse di tutti. Siamo una banca commerciale con due grosse fortune: la qualità dei nostri dipendenti e la ricchezza del territorio. Ci sono tutte le componenti per avere successo».
Fra i territori sui quali si punta «c’è certamente anche la Valtellina, dove siamo presenti storicamente, abbiamo le maggiori quote di mercato e ritengo che ci sia molto spazio per una banca come Creval». Non c’è stato alcun accenno a collaborazioni con l’altro istituto sondriese. «È importante rispettare sempre il competitor. Il nostro scopo è fare crescere il territorio attraverso i nostri clienti. Penso che se la Banca Popolare di Sondrio ha lo stesso obiettivo la Valtellina è molto fortunata».
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