Economia / Sondrio e cintura
Giovedì 12 Maggio 2016
Creval, crescono i finanziamenti
e banca più solida
La trimestrale: utile netto in calo rispetto al 2015. Rallentano i nuovi ingressi di crediti deteriorati Segnali positivi per le erogazioni a imprese e famiglie.
Utile trimestrale in calo, ma il Credito Valtellinese conferma la sua solidità patrimoniale a cui si aggiunge un rallentamento di nuovi ingressi di crediti deteriorati e un solido profilo di liquidità a tre mesi (pari a 4,2 miliardi di euro al 3 maggio). Il Consiglio di amministrazione, riunitosi martedì, ha approvato i risultati consolidati al 31 marzo 2016, che confermano segnali positivi per quanto concerne la dinamica del credito a famiglie e imprese. I margini operativi risentono della flessione del margine di interesse, condizionato dal basso livello dei tassi pur in presenza di una ulteriore riduzione del costo del funding retail, mentre migliora sensibilmente il costo del rischio di credito.
L’indicatore Cet 1 si attesta al 13,4%, sui livelli - segnala una nota l’istituto - più elevati del sistema bancario italiano, mentre gli indicatori di liquidità si mantengono «ampiamente superiori» ai minimi regolamentari. I nuovi mutui, pari a 192 milioni di euro, sono in crescita del 47,5% anno su anno e i nuovi finanziamenti alle imprese sono saliti dell’88%, per una cifra di 433 milioni di euro. Il Creval (che ieri, come molti titoli bancari, ha scontato una difficile giornata in Borsa, perdendo il 7,48% del suo valore) ha dunque chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile sceso del 78,3% a 5 milioni di euro, rispetto ai 23,3 milioni registrati nello stesso periodo del 2015, penalizzato dal calo dei proventi operativi del 18,2% a 187 milioni di euro - con un margine di interesse che si è attestato a 107 milioni (-8%) e commissioni nette a 68 milioni, in flessione dell’1,08% - e dal contributo di 7,6 milioni al fondo di risoluzione. Anche il risultato del trading ha perso terreno: -78% a 7,7 milioni. Inoltre sono saliti del 6,4% a 131 milioni gli oneri operativi per un rapporto cost/income cresciuto al 69,9%.
Il risultato netto della gestione operativa si è dimezzato a 56 milioni (da 106 milioni) e il risultato dell’operatività corrente al lordo delle imposte è stato pari a 7 milioni. Se i crediti verso la clientela sono aumentati dell’1,7% a 18,9 milioni di euro, anche i crediti deteriorati sono cresciuti dell’1% rispetto a fine 2015 a 3,4 miliardi. Nel periodo sono state effettuate rettifiche su crediti per 49 milioni, in calo del 27,5%, per un costo del rischio di credito annualizzato pari a 105 punti base e la banca ha ceduto un portafoglio di sofferenze pari a un valore lordo di circa 302 milioni di euro.
Degni di nota i coefficienti patrimoniali, ampiamente al di sopra del minimo fissato dalla Bce dopo lo “Srep” e tra i livelli più elevati del sistema bancario italiano. Come detto, il Core Tier 1 fully loaded è infatti risultato pari a 13,4% e il Cet1 phased in al 13,2%. Secondo il management le prospettive a breve termine rimangono positive, sebbene permangano incertezze legate all’evoluzione del contesto macro economico. In Italia la ripresa continua, ma resta moderata. L’intensità della ripresa economica e l’efficacia delle misure di politica monetaria restano fattori determinanti per la crescita dei volumi di credito e il rallentamento della formazione di nuovi Npe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA