Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 25 Settembre 2013
Crediti non pagati
Vertenze in crescita
del 300 per cento
Pagamenti sempre più in ritardo o mai saldati - Le imprese costrette a ricorrere in tribunale - E in un anno in edilizia cancellati altri 500 posti
Cinquecento posti persi in edilizia in un solo anno la dicono
lunga sulla situazione dell’economia valtellinese e valchiavennasca. Ma ci sono altri dati preoccupanti. Aumentano le vertenze legate ai mancati pagamenti e le multinazionali non scelgono più nemmeno la Valtellina per colpa dell’instabilità politica italiana.
È l’analisi di Mirko Dolzadelli, segretario provinciale della Cisl di Sondrio che lunedì 7 ottobre accoglierà a Chiavenna il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Graziano Delrio.
I dati della Camera di commercio e del sindacato – le stime parlano di 6mila posti di lavoro cancellati – secondo il sindacalista valchiavennasco offrono uno spaccato chiaro della situazione dell’economia, soprattutto sul piano occupazionale. «Possiamo rilevare che la grave situazione di crisi è legata soprattutto all’edilizia e ai consumi – spiega -. Per quanto riguarda le costruzioni, c’è stata una perdita di cinquecento addetti in un solo anno. Dall’inizio della crisi, sono 1.500 in meno. Inoltre l’edilizia trascina tutto l’indotto. Il cantiere della statale 38 è ormai chiuso e non abbiamo grandi opere in corso sul territorio. L’assenza di investimenti pubblici rappresenta un elemento pesante e come se non bastasse assistiamo a cantieri aperti che lavorano a ritmi ridotti. Sono aumentate del 300% nel giro di tre anni le vertenze per il recupero credito: le imprese che non ricevono i pagamenti da committenti e clienti non riescono più a rispettare gli impegni presi e si creano catene di questo tipo». I dati internazionali dicono che in questo trimestre c’è una timida ripresa. Ma secondo il sindacato non basta affatto per essere ottimisti.
«Nel nostro Paese l’instabilità economica condiziona pesantemente gli investimenti che arrivano dall’estero. Questa condizione di precarietà del governo determina dei problemi a livello finanziario, ma soprattutto di economia reale. Le società multinazionali fanno fatica a investire in un Paese in cui regna l’incertezza assoluta. Non dobbiamo pensare di essere immuni da questo fenomeno. Da anni, al di là degli investimenti di coloro che operano già da decenni in valle, non assistiamo più all’arrivo di nuovi gruppi. In più pesa ancora la cattiva gestione della legge Valtellina, che ha permesso ad alcune aziende di speculare senza radicarsi sul territorio».
Mentre il manifatturiero legato all’export regge, sebbene ci siano dei motivi di sofferenza, interi settori che potrebbero essere importanti fanno ancora fatica ad affermarsi. Ma la situazione è preoccupante anche in ambito turistico-ricettivo. L’elemento su cui bisogna puntare, secondo la Cisl, è la valorizzazione dell’ambiente , della cultura e del paesaggio. «Il turismo soffre per la mancanza di una cabina di regia e per la difficoltà a creare sinergie, non solo a livello provinciale, ma persino di mandamento. Lo dimostrano le recenti polemiche sulla Dmo. Sulla base di questa situazione si perdono opportunità significative per questa miopia economica e culturale».
Basta un confronto con la Bregaglia Svizzera, secondo Dolzadelli, per comprendere quanto siano rilevanti le opportunità legate al territorio, in tutte le stagioni. «Gli elementi di frammentazione rischiano di degenerare se verrà meno l’unità politica del territorio a causa delle riforme istituzionali che potrebbero cancellare la Provincia. C’è il pericolo di vedere lasciato tutto alla libera iniziativa, con un ulteriore aggravamento della situazione. Secondo noi la logica da seguire è un’altra: Sondrio deve aspirare a rappresentare la montagna lombarda. Visto che l’Expo si avvicina e al momento non ci sembra di leggere segnali di dove si vuole andare, questa opportunità va colta con chiarezza e rapidità. Un ruolo fondamentale, in questo percorso, spetta senza dubbio alla Camera di commercio».n
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