Confindustria guarda al futuro:
«Lecco, Sondrio e Como, un solo territorio»
“Asimmetrie - Il mondo di oggi e i nuovi equilibri” è stato il titolo dell’assemblea generale 2024 di Confindustria Como e Confindustria Lecco e Sondrio che si è svolta oggi a Lariofiere.
L’incontro è stato introdotto dalla lezione di Ernesto Galli della Loggia, editorialista e professore emerito di Storia contemporanea. Secondo lo storico, è stato un grande errore consentire l’ingresso della Cina nel Wto, l’organizzazione mondiale del commercio, avvenuto nel 2001. «Oggi – ha detto della Loggia – l’Occidente si trova in una condizione ben peggiore rispetto a vent’anni fa, proprio a causa della crescita della Cina dovuta essenzialmente alla globalizzazione: la Cina è protagonista di un grande processo imperialistico mondiale». Della Loggia ha evidenziato anche la profonda debolezza dell’Europa che non riesce a pensare al proprio futuro e la netta frattura che si è prodotta “tra le élites e il popolo”.
L’assemblea è proseguita con la tavola rotonda intitolata “Asimmetrie. L’Europa e l’Italia nel nuovo contesto mondiale” con l’intervento di Germano Dottori, consigliere scientifico di Limes, Sergio Giraldo, fondatore di Energy Bit Analysis e firma del quotidiano La Verità, Chicco Testa, presidente di Assoambiente e Gianclaudio Torlizzi, fondatore di T-Commodity e consigliere del ministro della Difesa. I relatori hanno approfondito i nuovi equilibri geopolitici, anche alla luce della rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, e il loro impatto sulle dinamiche nazionali e comunitarie.
In conclusione l’intervento dei tre presidenti Gianluca Brenna, numero uno di Confindustria Como, Marco Campanari, presidente di Confindustria Lecco e Sondrio ed Emanuele Orsini, presidente nazionale di Confindustria.
Secondo Marco Campanari, presidente dell’organizzazione lecchese e della provincia di Sondrio alla sua prima assemblea generale, «oggi ci troviamo a confrontarci con un pensiero unico dominante, quello del politicamente corretto, che rischia di creare danni enormi, in particolare per quanto attiene al tema dell’ambiente». Campanari ha definito «quasi surreale dover evidenziare l’importanza dell’ecologia: tutti noi vogliamo vivere in un mondo più green, ma si tratta di un problema globale che ha bisogno di risposte globali. Oggi invece – ha proseguito Campanari – domina un ecologismo condizionato dall’ideologia dei divieti che finisce per essere un integralismo dogmatico: non difende realmente l’ambiente e nello stesso tempo danneggia l’economia». Il presidente dell’associazione ha rimarcato quindi gli errori dell’Unione sul “green deal”: «La precedente Commissione ha voluto creare una Ztl del mondo in modo unilaterale senza produrre risultati sensibili ma creando costi per le nostre imprese e per gli Stati, mettendo a rischio filiere importantissime come quella dell’automotive: è una follia puntare solo sull’elettrico quando esistono anche altre soluzioni; in questo modo abbiamo consegnato alla Cina lo scettro della manifattura del settore, con un costo economico e sociale elevatissimo per noi europei».
Secondo gli industriali lariani e valtellinesi, quindi, l’Ue deve rivedere i propri obiettivi, altrimenti le imprese andranno a sbattere e, con esse, le famiglie che vivono i nostri territori ad alta vocazione manifatturiera. «Viviamo una fase di grande cambiamento – ha detto Gianluca Brenna, presidente di Confindustria Como – e possiamo dire che ormai è una discontinuità sistemica, che tocca tutti; prima l’abbiamo vissuta con il Covid e le conseguenze le vediamo ancora oggi». In particolare, secondo Brenna, sono cambiati i consumi ed è mutato anche il rapporto delle persone con il lavoro, con una maggiore attenzione alla conciliazione tra ore trascorse lavorando e tempo per la famiglia. «Oggi – ha proseguito Brenna – stiamo vivendo un nuovo cambio con l’introduzione dell’intelligenza artificiale: in modo ineluttabile nei vari settori sarà presente un’infrastruttura digitale pervasiva e dettagliata; dovremo fare i conti con una digitalizzazione che coinvolge i settori. La discontinuità ed il cambiamento – ha detto ancora il presidente comasco – producono asimmetrie, per riprendere il tema della nostra assemblea, nel senso che individuano aziende capaci di adattarsi ed altre che non riescono a vivere il mutamento come opportunità». Come superare al meglio questa fase complessa? «Occorrerà fare massa critica – ha detto Brenna -, creare aziende modello verticalizzate e lavorare tutti insieme nella stessa direzione».
I territori di Como, Lecco e Sondrio lo stanno facendo anche attraverso la condivisione di una visione progettuale comune che si concretizzerà con la realizzazione di un masterplan affidato a The European House Ambrosetti. «Noi abbiamo voluto investire in questo piano – ha detto Campanari - finanziando lo studio ma non vogliamo che sia un progetto di Confindustria bensì del territorio: Como, Lecco e Sondrio sono un’area vasta che ha enormi punti di congiunzione in comune ed è quindi doveroso mettersi in gioco».
Il progetto sarà presentato nella prossima primavera e sarà una traccia per lo sviluppo dei territori nei prossimi decenni: «A Cremona – ha aggiunto Brenna – è stata creata un’Associazione temporanea di scopo per mettere a terra il masterplan ed evitare che resti solo sulla carta: sono stati coinvolti gli altri soggetti economici della provincia ed il mondo politico; non so se anche questa sarà la strada da seguire per Como, Lecco e Sondrio ma certamente – ha detto ancora il presidente comasco usando una metafora – per passare dalla sponda che abbiamo lasciato a quella che ci attende dobbiamo costruire un’imbarcazione in cui far salire tutti e remare nella stessa direzione».
Al mondo politico, infine, le purtroppo ormai consuete richieste richiamate anche nell’intervento del presidente nazionale Emanuele Orsini: sgravi fiscali per chi investe, investimenti nelle infrastrutture e nella logistica, progetti per la formazione, riduzione dell’asfissiante burocrazia.
Confindustria Como e Confindustria Lecco e Sondrio ieri hanno organizzato insieme l’assemblea generale annuale per la quinta volta. Segno di una collaborazione molto stretta che prosegue nel tempo e che, nelle intenzioni degli attuali presidenti, può diventare sempre più importante. Como associa 750 imprese operative nella provincia lariana, mentre a Confindustria Lecco e Sondrio sono iscritte 620 aziende. Un’eventuale fusione porterebbe quindi alla nascita di un soggetto molto rilevante nel panorama confindustriale regionale e nazionale.
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