Economia / Morbegno e bassa valle
Giovedì 21 Agosto 2014
Coltivazioni e prati devastati dai cervi
«Siamo esasperati»
Raccolto compromesso, cento le aziende colpite
Coldiretti:«La Riserva del Pian di Spagna non paga
Stiamo valutando un’azione legale per i risarcimenti»
I coltivatori sono esasperati, il raccolto fortemente compromesso e nessuno, Riserva del Pian di Spagna in primis, dà risposte al problema, tanto che Coldiretti valuta ora un’azione legale per chiedere il risarcimento dei pesanti danni subiti dagli agricoltori.
Campi devastati
I campi e i fondi agricoli del Pian di Spagna nella zona di Dubino, le località Baletrone e Pocetta, subiscono l’invasione e la devastazione dei cervi che proliferano nella zona. I recenti censimenti parlano di un gruppo stanziale di 80, che in autunno e inverno diventano più del doppio. E le conseguenze sono raccolti quasi annullati per i campi di granoturco, fortemente compromessi per i prati, ma anche in balia dell’invasione di queste malghe per orti, frutteti, addirittura fienili.
«I coltivatori sono esasperati – afferma Emanuele Ghirardelli, direttore di Coldiretti Sondrio – su certi appezzamenti non vale neanche la pena mantenere la coltura perché al momento del raccolto il risultato è così scarso che non si coprono le spese della lavorazione del terreno. Gli agricoltori hanno convissuto con gli animali selvatici e i loro danni fino a qualche anno fa, ma a questo livello non è più possibile accettare come risposta dall’ente gestore della Riserva del Pian di Spagna, preposto al risarcimento dei danni, che i fondi non ci sono. Non è così e a tutela dei coltivatori stiamo valutando un’azione legale che riconosca le perdite economiche ai proprietari che lavorano questi terreni. Non è accettabile non ricevere alcuna risposta alle richieste di risarcimento, né convivere con questa situazione per aziende che già vivono un momento di grande difficoltà».
Il Pian di Spagna è, come area agricola, un vero e proprio polmone per l’approvvigionamento delle aziende zootecniche: si parla di 700 ettari di terreno coltivato a mais e circa 200-300 a prato.
100 aziende
Sul territorio operano circa 100 aziende agricole divise in 70 professionali e 30 no, a rappresentare un settore importante sia dal punto di vista economico sia da quello del mantenimento dell’ambiente. «Oltre alla totale assenza di ascolto da parte dell’ente gestore della Riserva – sottolinea Ettore Del Nero di Coldiretti –, che si trincera dietro l’assenza di fondi per i risarcimenti, non c’è stato alcun riscontro nonostante del problema siano stati interessatigli enti a tutti i livelli, fino ad arrivare alla Regione. Per assurdo, l’unica indicazione di apertura è venuta, lo scorso anno, dal commissario prefettizio che ha retto il comune di Dubino e che ha dimostrato di prendere a cuore il problema. È quasi un paradosso che un funzionario statale, calato nella realtà locale soltanto per pochi mesi, abbia riconosciuto il problema più di quanto facciano amministratori che il territorio lo vivono nel quotidiano».
Ciò che gli agricoltori del pian di Spagna lamentano è l’assenza di un vero interesse verso la loro attività all’interno della Riserva:«Siamo abbandonati – affermano – ci organizziamo tra di noi anche per la manutenzione delle strade di accesso ai fondi agricoli, mettendoci soldi e lavoro per non perdere pezzi dei trattori ogni volta che attraversiamo questi percorsi devastati. La Riserva non ci ascolta, non ci sostiene e non ci riconosce danni che sono sotto gli occhi di tutti. A parole gli agricoltori sono una risorsa per l’ambiente e per il territorio, nei fatti ci hanno abbandonati. I cervi qui non ci sono mai stati, la Riserva è stata costituita per proteggere gli uccelli, l’habitat di questi animali selvatici è altrove. Non possiamo pagare noi le conseguenze di una gestione del territorio del tutto contraria alla logica». n
© RIPRODUZIONE RISERVATA