Coldiretti scende in strada a difesa
delle campagne contro i cinghiali

Prende il via da Milano la serie di mobilitazioni organizzate dagli agricoltori per chiedere risposte certe e immediate per un problema i cui numeri sono ormai divenuti intollerabili. Presenti agricoltori da Lecco e Sondrio

Più di due milioni di animali che devastano le colture e mettono a rischio la vita dei cittadini sulle strade, Coldiretti scende in strada a difesa delle campagne contro i cinghiali. Ha preso il via stamattina da Milano la serie di mobilitazioni organizzate dagli agricoltori per chiedere risposte certe e immediate per un problema i cui numeri sono ormai divenuti intollerabili. Anche in provincia di Sondrio e nel Lecchese. Non a caso venerdì è stato consegnato al prefetto di Sondrio, Roberto Bolognesi, un documento su questa emergenza.

Ci saranno centinaia di agricoltori e allevatori Coldiretti da tutta la Lombardia con i loro trattori in piazza Duca d’Aosta, davanti alla stazione Centrale, e tra loro insieme al presidente della Coldiretti regionale Gianfranco Comincioli e al presidente di Coldiretti Sondrio Sandro Bambini anche quelli di Valtellina e Valchiavenna e della Coldiretti Como e Lecco, per ribadire la necessità di un cambio di passo sui piani di contenimento degli ungulati. La proliferazione soprattutto di cervi e cinghiali secondo Coldiretti Sondrio ha infatti raggiunto numeri tali da mettere a rischio le coltivazioni e la sicurezza nelle campagne con danni che peraltro non vengono rimborsati se non in minima parte. «Tra l’altro – ha ricordato Bambini in un recente incontro - i pochi indennizzi che arrivano non coprono mai il reale valore del prodotto distrutto o dell’animale ucciso. Per fare un esempio, un produttore di vino pregiato che ha avuto la vigna devastata da cinghiali si vedrà risarcire solo il semplice valore dell’uva».

Negli ultimi anni i danni causati dagli animali selvatici si sono aggirati mediamente intorno ai 500mila euro a carico per il 50% degli uccelli e per la restante parte prevalentemente ungulati con cervi e caprioli in testa. E poi ci sono i pericoli per i cittadini: nel 2023 in Italia ci sono stati 170 incidenti stradali con morti e feriti causati proprio dall’impatto con cinghiali e altri animali selvatici, secondo l’analisi Coldiretti su dati Asaps, in aumento dell’8% rispetto all’anno precedente. La mobilitazione lombarda, durante la quale sarà allestita un’esposizione con le produzioni devastate e i prodotti messi a rischio dall’avanzata senza freni dei cinghiali, è la prima di una serie di appuntamenti che in un mese toccheranno tutti i capoluoghi italiani.

L’obiettivo è far applicare subito a livello regionale le misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno per l’adozione di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica. Nei piani delle Regioni dovrà essere previsto il coinvolgimento attivo dei proprietari e conduttori dei fondi muniti di licenza per l’esercizio venatorio e la costituzione di un corpo di Guardie volontarie, a livello provinciale, per colmare il deficit di organico della polizia locale con la possibilità di agire anche nelle aree protette. Nell’ultimo anno i cinghiali hanno causato danni all’agricoltura italiana per circa 200 milioni di euro. Ai danni alle coltivazioni si è aggiunto l’allarme della peste suina africana, la malattia non trasmissibile all’uomo che i cinghiali oggi presenti sul territorio nazionale rischiano di diffondere nelle campagne, mettendo in pericolo gli allevamenti suinicoli sul territorio e, con essi, un settore che tra produzione e indotto vale circa 20 miliardi di euro e dà lavoro a centomila persone.

Da questo punto di vista il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha appena firmato una nuova ordinanza con alcune novità come il fatto che gli ambiti e i comprensori di caccia regionali possano disporre delle risorse economiche non utilizzate per le attività di controllo e gestione del cinghiale e che le attività di controllo coordinate dalle polizie provinciali potranno essere autorizzate senza necessariamente prevedere la presenza di un agente, utilizzando modalità da remoto. Lo sparo sarà consentito anche da veicolo. Gli operatori potranno inoltre avvalersi di visori notturni e qualsiasi fonte luminosa che possa agevolare l’attività.

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