Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 02 Maggio 2018
Chiude azienda a Sankt Moritz
A casa cento frontalieri
Crisi dell’edilizia: cessa l’attività l’impresa Andrea Pitsch SA: attiva sin dal 1955 dava lavoro a circa 200 dipendenti.
Duecento posti stanno per scomparire e purtroppo fra i lavoratori coinvolti ci sono anche molti frontalieri valchiavennaschi e valtellinesi. Un centinaio circa secondo le prime stime sindacali. Il bilancio della chiusura dell’impresa di costruzioni Andrea Pitsch SA di Sankt Moritz, attiva fin dal 1955, è molto pesante non solo per i Grigioni, ma anche per la provincia di Sondrio. La notizia è stata comunicata ieri dall’azienda in una nota. All’origine della chiusura, secondo quanto dichiarato alla stampa svizzera, c’è la forte riduzione dell’attività edilizia nella regione e la conseguente guerra dei prezzi giudicata rovinosa. I posti di lavoro stagionali e annuali che verranno a mancare sono circa 200. «Per i nostri collaboratori, ma anche per la nostra famiglia, è un duro colpo che ci fa enormemente male», si legge nella nota pubblicata dai titolari sul sito aziendale. Fra i progetti più importanti realizzati nel corso degli anni da questa stimata società ci sono opere realizzate in Engadina e in altri Cantoni svizzeri.
La notizia ha colto di sorpresa i lavoratori e i sindacati, che da almeno 4 anni evidenziano le difficoltà dovute alla legge sulle abitazioni secondarie e successivamente del franco forte. Quello di ieri è un vero fulmine a ciel sereno che è motivo di grandi preoccupazioni. «Per l’economia della Regione si tratta di una brutta notizia - sottolinea da Unia il segretario Arno Russi, attivo anche nel supporto ai frontalieri nella sede engadinese e nelle Camere del lavoro di Grosio e Chiavenna -. Cercheremo di accompagnare i lavoratori nel migliore dei modi in questa fase delicata».
Da anni Unia rileva che la crisi del mattone determina delle conseguenze pesanti per il settore. «Non sarà facile trovare un’occupazione alternativa, purtroppo - aggiunge il sindacalista engadinese -. Forse ci saranno delle opportunità di lavoro per altre aziende della zona, ma non in cantieri con sede in Engadina». «Se ne va un pezzo di storia del Canton Grigioni, un brutto colpo per l’economia locale e i frontalieri della provincia di Sondrio, che secondo le nostre prime stime sono circa il 50% della manodopera», aggiunge Ivan Cameroni da Syna, l’altro sindacato elvetico presente a Sankt Moritz, dopo avere parlato con alcuni lavoratori. Su queste cifre e sulle strategie sindacali da seguire si concentrerà l’attenzione delle organizzazioni nelle prossime settimane. La società sottolinea la propria completa estraneità alla vicenda degli appalti irregolari che di recente ha scosso l’Engadina, coinvolgendo varie altre ditte del comparto.
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