Cgil e Uil in piazza il 29 novembre contro la manovra: le ragioni della mobilitazione

Cgil e Uil hanno indetto uno sciopero generale e scenderanno in piazza nella giornata di venerdì 29 novembre a Lecco per protestare contro la manovra di bilancio del governo, ritenuta il preludio a sette anni di austerità e un’ulteriore azione volta a dividere il Paese e aumentare le diseguaglianze. Diego Riva, segretario generale Cgil di Lecco, e Dario Esposito, coordinatore territoriale Uil hanno sottolineato la presenza di tagli da 4,5 miliardi, la crescita dell’inflazione al 17% e una totale mancanza di visione da parte delle istituzioni e del Governo che con questa manovra, sostiene Esposito, dimostra avarizia nei confronti della popolazione più in difficoltà. «Qualcuno vuole dividere il Paese - ha esordito Riva - noi non siamo intenzionati ad abbassare la testa perché riteniamo che in questo periodo le diseguaglianze sono aumentate e se dovessero dividere il Paese queste diseguaglianze aumenterebbero di più. Se il Governo non dovesse fermarsi, noi continueremo la nostra battaglia. Per noi fare uno sciopero generale è un sacrificio. Se qualcuno pensa che ci si diverta a fare gli scioperi bisogna ricordargli che è un sacrificio. Un sacrificio che va fatto. Meloni dipinge un Paese che non c’è. Oggi c’è una legge di bilancio che non possiamo condividere perché non è vero che mancano le risorse economiche. Qua c’è una scelta politica chiara. Il Governo ha deciso di non andare a prendere i soldi dove ci sono. Non c’è nessuna progressività. Questo nuovo patto di stabilità significa che per sette anni questo Governo deve fare dei tagli per 13 miliardi che verranno presi ancora una volta dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. Infine, a chi dice che noi scioperiamo solo ora perché c’è questo Governo in carica, rispondo che non è vero perché l’abbiamo fatto anche con altri».

Politiche industriali, servizi pubblici, salari, pensioni, sanità e istruzione sono i temi al centro del dibattito. «Abbiamo bisogno di istituzioni che riescano a garantire i diritti contrattuali e una visione di società che non lasci indietro nessuno - aggiunge Esposito - Alle banche si chiede un prestito e ai lavoratori dipendenti si applicano delle aliquote che riteniamo inaccettabili. Quando parlo di pubblico servizio mi riferisco a quei servizi a cui la gente comune deve ricorrere perché non ha la possibilità di ricorrere a dei privati. Lo Stato ha tagliato anche lì. Era dal 2019, inoltre, che non si verificava una percentuale così bassa di investimenti nella sanità. È una fuga delle istituzione dalle proprie responsabilità, non solo nei confronti dei lavoratori ma anche dei cittadini». Gli scioperanti si raduneranno alle 9 del 29 novembre a Largo Caleotto per l’inizio del corteo che si concluderà in piazza Diaz, punto di ritrovo per sindacati e lavoratori.

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