«Cassa scontata? Siamo favorevoli ma da sola non basta»
Lavoro Le considerazioni di Api e Confartigianato sul nuovo decreto del governo che viene dato in arrivo: «Dovrà essere però identica a quella per il Covid»
Per contrastare gli effetti dei forti rincari di gas ed elettricità sulle produzioni e quindi sull’occupazione la prossima settimana potrebbe arrivare un nuovo decreto del governo per la concessione di cassa integrazione “scontata” della contribuzione addizionale, in una misura che sarebbe valida per i prossimi due mesi di durata del governo in carica.
L’ipotesi risponde alla richiesta dei partiti, in campagna elettorale, e, prima ancora, delle associazioni d’impresa e dei sindacati sulla base di quanto già fatto fra marzo e maggio di quest’anno con la messa in campo di una cassa integrazione a costo ridotto per contrastare la crisi per Covid.
Alla nuova misura in arrivo guardano anche le piccole industrie e l’artigianato, per il quale è previsto che per le piccole attività che stanno sospendendo o riducendo l’attività l’accesso al Fis-Fondo di integrazione salariale sia esonerato dal pagamento del contributo addizionale.
A dichiararsi favorevole al nuovo ammortizzatore sociale provvisorio è il presidente di Api Lecco e Sondrio, Enrico Vavassori,che ricorda come «già a fine luglio il nostro presidente nazionale Confapi, Maurizio Casasco, abbia chiesto al governo Draghi una cassa integrazione speciale dedicata all’energia. Dovrà essere però identica a quella per il Covid, con una procedura semplificata e che non sia a carico dell’azienda, altrimenti non ne vedo il senso. E dovrà essere accessibile a tutti, non solo alle aziende energivore».
Se invece si replicherà quanto già fatto la primavera scorsa i settori che ne beneficeranno saranno i più esposti nei consumi energetici e cioè automotive, industria agricola, ceramica, siderurgia e legno. I partiti chiedono invece di integrare anche turismo e commercio.
Vavassori afferma che le imprese sono «spaventate» dal costo dell’energia.
«Quando ha superato quota 300 euro - afferma - la situazione è diventata insostenibile. Negli ultimi giorni il costo è sceso e stamattina (ieri per chi legge, ndr) si è rialzato dopo la chiusura del gasdotto Nord Stream. Così non possiamo andare avanti a lungo. C’è bisogno che il governo, ma soprattutto l’Europa, intervenga per mettere un tetto al prezzo del gas, per fermare questa speculazione che ha deciso di mettere in ginocchio le aziende europee».
Preoccupazione anche fra i “piccoli” del manifatturiero artigiano, con il presidente di Confartigianato Imprese Lecco, Daniele Riva, che sottolinea come tuttavia «il ricorso a nuova cassa integrazione debba essere extrema ratio – afferma -, in quanto la cosa giusta è far di tutto per mettere le imprese in condizione di continuare a produrre, salvaguardando così anche l’occupazione. In questi giorni siamo davvero preoccupati perché ci sono nostre aziende che ci hanno fatto sapere di avere rallentato le produzioni. Abbiamo diverse attività energivore ed è di queste ore la conferma, da parte di una stamperia nostra iscritta, che ha riaperto nel dopo ferie ma non ha acceso i forni. È una situazione che farà venir meno la produzione e fornitura di materiali e semilavorati e che trascinerà con sé le attività di diverse filiere».
«Condivido - conclude Riva - l’idea della nuova cassa integrazione scontata, ma mi aspetto interventi per evitare che le aziende la debbano chiedere».
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