Economia / Sondrio e cintura
Venerdì 13 Dicembre 2013
Cassa integrazione
in vista alla Rigamonti
Sindacati ottimisti al termine della seconda riunione del tavolo tecnico sulla crisi del salumificio - Boscacci: «Non c’è la procedura di mobilità e questo senza dubbio è un primo passo in avanti»
Si avvicina sempre di più la cassa integrazione straordinaria e sarà affiancata dalla mobilità volontaria. Sono arrivate novità significative dalla seconda riunione del tavolo tecnico sulla crisi del Salumificio Rigamonti. Ieri la sede di Confindustria ha accolto la delegazione sindacale composta dai segretari di categoria Vittorio Boscacci (Flai-Cgil), Danila Barri (Fai-Cisl) e Donatella Canclini (Uila), dai segretari generali Giocondo Cerri (Cgil), Mirko Dolzadelli (Cisl) e Vittorio Giumelli (Uil) e naturalmente dai componenti della rsu dei tre stabilimenti di Montagna in Valtellina, Poggiridenti e Mazzo.
L’azienda del gruppo brasiliano Jbs, guidata dall’amministratore delegato Roberto Colacrai, in questa fase complicata, può contare sull’esperienza del manager milanese Attilio Pellero, oltre che sul supporto dell’associazione degli imprenditori valtellinesi.
Dal confronto fra Attilio Pellero e i sindacati è emersa quella che ormai appare una certezza: si punterà sulla cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione e questo ammortizzatore sociale sarà affiancato dalla mobilità volontaria. I numeri non sono ancora stati resi noti. Sono in fase di valutazione e secondo le intese il manager milanese invierà le dovute comunicazioni alle sedi sindacali nei prossimi giorni. Poi si passerà al tavolo istituzionale, nel rispetto dell’iter fissato dopo il primo confronto a Palazzo Muzio. Tutto lascia pensare che le parti saranno nuovamente di fronte prima di Natale. Da parte del sindacato arrivano dichiarazioni caratterizzate da un discreto ottimismo: il passaggio dalla mobilità per 104 persone alla cigs è un aspetto senza dubbio positivo.
«Oggi la nostra richiesta ha trovato una certezza: si farà la cassa straordinaria con la possibilità di inserire anche la mobilità volontaria – sottolinea Vittorio Boscacci a nome delle organizzazioni sindacali -. Non c’è la procedura di mobilità, a differenza di quanto si era annunciato all’inizio della crisi, e questo senza dubbio è un primo passo in avanti significativo». Secondo i sindacati, in attesa di conoscere e valutare in maniera approfondita la situazione sulla base delle informazioni che al momento non sono ancora state fornite, deve essere espressa una nota dolente. «Come ben sappiamo, da anni diciamo che in queste situazioni così difficili è necessario potere contare sul supporto di tutti gli attori che operano sul territorio della provincia di Sondrio. Purtroppo sembra che ci siano dei segnali contrastanti. L’azienda ha espresso una lamentela per una riduzione del fido da parte di un istituto di credito. Si è rischiato di compromettere la possibilità di pagare gli stipendi. Fortunatamente, secondo quanto ci è stato riferito, il gruppo Jbs è stato in grado di risolvere la situazione, ma non possiamo permetterci di correre questi rischi».
Prima di Natale, restando nel comparto agroalimentare, si definirà anche la situazione dei lavoratori di Frisia. Anche in questo caso, che riguarda 17 persone fra operai e impiegati, l’obiettivo è la cassa integrazione, ma soprattutto la possibilità di garantire il futuro a un’azienda strettamente legata al territorio della provincia di Sondrio.
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