Cassa integrazione in crescita a Lecco. La UIl: «Siamo preoccupati»

Nuovi dati in crescita per la cassa integrazione in provincia di Lecco. Secondo il 5° Rapporto della Uil Lombardia nei primi cinque mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo di un anno fa le ore autorizzate di cassa integrazione nel Lecchese crescono del 21,1% (pari a 272 lavoratori in più coinvolti), un dato che pone il territorio fra le province lombarde a maggior crescita dell’ammortizzatore sociale.

Nella percentuale a crescere di più è la cassa straordinaria (+46,9% nei cinque mesi su base annua, pari a 27 lavoratori in più), rispetto all’ordinaria (19,9%, per 245 lavoratori in più) e ciò porta a un totale di 1,327 milioni di ore autorizzate che coinvolgono 1.562 lavoratori nei primi cinque mesi del 2024, contro 1,1 milione di ore per 1.289 dell’anno scorso. Si tratta di ore richieste dalle imprese, spesso in via precauzionale, e autorizzate dall’Inps. Non, quindi, di ore effettivamente utilizzate di cassa integrazione che solitamente, nelle stime sindacali, corrispondono al 40-50% di quelle autorizzate.

A preoccupare la Uil è la tendenza in crescita sulla richiesta di cassa straordinaria, visto che la si chiede a fronte di processi di riorganizzazione, quindi di tagli o forte dissesto aziendale: se la percentuale lecchese elevata corrisponde comunque a pochi lavoratori in più, «siamo comunque preoccupati – afferma Salvatore Monteduro, segretario confederale Uil Milano Lombardia – in quanto ci stiamo chiedendo quanta cassa integrazione ordinaria, che comunque coinvolge un numero considerevole di lavoratori, rischi di trasformarsi in straordinaria o in espulsione dei lavoratori. In una provincia come Lecco con un forte aumento di cassa straordinaria serve un monitoraggio immediato per essere pronti con politiche attive del lavoro. Ancora di più emerge su un territorio come Lecco che il nucleo di crisi già presenti si riattivi per andare a monitorare certe situazioni».

Industria ed edilizia sono i due settori in cui la richiesta è incrementata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «Se sull’edilizia si stima che la fine del Superbonus 110 stia iniziando a produrre i primi cali di lavoro, sull’industria la crescita delle richieste di ammortizzatore soprattutto in distretti produttivi come Bergamo, Como ma anche Lecco mostra un’industria metalmeccanica e tessile che di nuovo torna in difficoltà», afferma Monteduro. Già la tendenza di cassa integrazione si evidenziava nei primi due mesi dell’anno, ma il consolidamento e il nuovo aumento sul periodo più lungo del periodo gennaio-maggio mettono in allarme su quanto potrebbe accadere nei prossimi mesi nelle fabbriche locali. «Abbiamo sollecitato Regione Lombardia - conclude - a rivitalizzare i nuclei di crisi provinciali come centri di monitoraggio che ci aiutino a capire quanto siamo in presenza di un fenomeno che resterà circoscritto nel tempo e quanto invece si apra un aspetto più strutturale. Dobbiamo capire se intervenire con politiche di sostegno dirette alle aziende e principalmente ai lavoratori. Non dimentichiamo tuttavia la presenza di settori in espansione, come i servizi alle imprese che stanno andando bene, come possibilità di ricollocazione dei lavoratori con programmi di formazione di qualità. Le Pmi e gli artigiani rischiano di più, perché non hanno i mezzi per organizzare le academy tipiche delle imprese più grandi. E’ urgente capire come dare sostegno alla riqualificazione».

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