Economia / Sondrio e cintura
Sabato 30 Novembre 2013
Caspoggio: gli impianti
restano al palo
Svanite anche le ultime speranze proprio alla vigilia dell’apertura della stagione dello sci - Naufragata la trattativa in corso tra l’amministratore delegato della Fab e la Sib di Bormio
Niente da fare per Caspoggio. La partita impianti è definitivamente chiusa. E’ di ieri, infatti, la notizia del naufragio della trattativa in corso fra i due imprenditori del settore, Franco Vismara, amministratore delegato di Fab, Funivie al Bernina, e Stefano Capitani, consigliere della Società Impianti Bormio, figura storica rispetto alla gestione della partita impianti tanto nel bormiese quanto, ancor più, allo Stelvio.
«Dopo il fallimento dell’intesa fra il Comitato cittadino “Caspoggio c’è” e Vismara, a fine settembre, - afferma Danilo Bruseghini, presidente del Comitato -, abbiamo tentato il tutto per tutto chiedendo a Stefano Capitani di intervenire per capire se vi fossero margini per acquisire gli impianti e far ripartire la stazione. Sapevamo che era un imprenditore capace, da anni addentro nel meccanismo degli impianti e della gestione alberghiera. Uno, insomma, che sa il fatto suo e che, nel corso di questi due mesi, ci è stato molto vicino dimostrandosi un vero signore».
Purtroppo, però, la buona volontà di arrivare a un dunque si è scontrata con l’insostenibilità dell’investimento sancita da una valutazione imprenditoriale effettuata da Capitani stesso. «Giovedì Capitani mi ha chiamato per dirmi che non c’erano le condizioni, in questa fase, a Caspoggio, per realizzare il business sulle piste che lui aveva in mente - dice Bruseghini -. Era molto dispiaciuto e mi ha spiegato bene il perché di questa sua scelta e mi ha convinto al punto che arrivo a pensare sia necessaria un riflessione seria e ponderata sul tipo di turismo che vogliamo in paese».
In base a quanto appreso, infatti, secondo l’imprenditore bormino non vi sarebbero gli spazi per promuovere quel turismo dello sci a misura di famiglia e di bambino che aveva in mente «sia per conformazione delle piste - dice Bruseghini - che afferma essere inadatte allo scopo, come, del resto, aveva sempre detto anche Vismara, sia per l’assenza di parcheggi per pulmann e auto che abbisognerebbero a una stazione sciistica che voglia dirsi tale. Non escludo che una valutazione sia stata fatta anche rispetto al monte posti letto in albergo e appartamenti che non sarebbero adeguati ad uno sviluppo consono della stazione».
Di deficit oggettivi, insomma, si tratta, tant’è che Capitani e i suoi due figli hanno abbandonato la trattativa con Vismara «per quanto - precisi Bruseghini - devo anche aggiungere che, pure quest’ultimo, con cui ci eravamo lasciati in malo modo a fine settembre, si è rivelato molto collaborativo cercando di fare tutto il possibile per agevolare l’eventuale passaggio di vendita».
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