Economia / Tirano e Alta valle
Domenica 08 Aprile 2018
Cantine rinnovate, Braulio raddoppia
la produzione
Apertura storica nel cuore di Bormio. Grazie al restyling, previsto un incremento in tre anni. «Campari Group continua a investire sul territorio».
Un’apertura storica quella di sabato mattina per le cantine Braulio di Bormio, che si sono mostrate in tutto il loro splendore dopo quasi un anno di lavori e un ampliamento di circa 1650 metri quadrati. Situate nel cuore, anzi al di sotto della centralissima via Roma, sono state protagoniste di un accurato e articolato restyling, che permetterà in un triennio di raddoppiare la produzione attuale dell’amaro alpino per eccellenza con alle spalle una tradizione di oltre 140 anni.
Numerosi gli invitati all’evento seguito nei minimi dettagli anche da diversi giornalisti. Creato nel 1875 dal farmacista Francesco Peloni, bisnonno di Edoardo Tarantola Peloni - che ieri mattina ha guidato gli ospiti in uno straordinario viaggio sotterraneo tra storia, cultura, tradizione ma anche innovazione -, il Braulio è realizzato grazie a una miscela di tredici erbe aromatiche, bacche e radici accuratamente selezionate.
La ricetta è conosciuta da poche persone, a iniziare da Edoardo che con passione e competenza continua il lavoro del papà Egidio, scomparso circa due mesi fa dopo aver lasciato un’impronta indelebile nella “sua” Bormio, la terra che amava, alla quale ha dato tanto. Ieri in occasione della riapertura delle cantine alle quali ha dedicato la sua vita, il primo pensiero da parte di tutti i presenti è stato per il patron indiscusso del Braulio, Egidio Tarantola Peloni. L’ingente investimento è stato possibile grazie al gruppo Campari, del quale il Braulio è entrato a far parte. Da qualche anno lo storico amaro è passato all’industria globale del beverage di marca, un passaggio concluso nell’ambito dell’acquisizione da parte di Campari del marchio Averna, che annoverava tra i suoi brand principali, proprio il Braulio.
«Questo importante progetto conferma la volontà di Campari Group – ha sottolineato Lorenzo Sironi, senior marketing director Italy del Gruppo - di continuare a investire sul territorio di origine del Braulio, valorizzando sia in Italia che all’estero il suo autentico spirito alpino e la tradizionale ricetta segreta custodita e tramandata da tre generazioni. Siamo al di sotto di un centro storico e anche dal punto di vista dell’intervento, sarebbe stato più facile scegliere altre soluzioni, ma abbiamo voluto rimanere nel luogo di origine dell’amaro: dire Braulio è dire Bormio».
L’intervento di ampliamento – da 4880 a 6516 mq. – ha interessato tutte le diverse aree dello stabilimento: dai reparti di infusione e filtrazione al deposito dell’alcool, alle cantine di invecchiamento, varie fasi della produzione spiegate ieri con dovizia di particolari e attenzione da Edoardo Tarantola Peloni. «I lavori – ha ricordato– sono durati quasi un anno e sono terminati a novembre; coinvolte una sessantina di maestranze. Da sottolineare che durante le opere di ampliamento, la produzione non si è mai fermata. Il sensibile aumento della capacità produttiva previsto rimarrà sempre ancorato al rispetto delle modalità di produzione e della tempistica indicata nella ricetta originaria del 1875».
Occorreranno circa tre anni prima di arrivare completamente a regime, un’operazione da compiere passo dopo passo, perché il Braulio per diventare prodotto di qualità e dal gusto inconfondibile ha “bisogno” dei suoi tempi, quelli che Egidio Tarantola Peloni ha sempre rispettato e valorizzato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA