Economia / Sondrio e cintura
Martedì 29 Agosto 2017
“Cantieri”, progetto contro la crisi e per salvare il territorio
Il consorzio Sol.Co di Sondrio ha recuperato 55 sentieri e 37 appezzamenti divenuti orti sociali. «C’è una povertà del territorio testimoniata da dati e ricerche, questa proposta vuole dare solidarietà, coesione».
Una squadra di lavoro composta da cinque persone ha recuperato 55 sentieri per un totale 86 chilometri, un’altra squadra invece ha recuperato 37 appezzamenti nel territorio di Sondrio riconvertiti in orti sociali e 10.800 metri quadrati di terrazzamenti a Ponte in Valtellina, che torneranno a essere coltivati.
Sono i numeri forniti da Massimo Bevilacqua, presidente del consorzio Sol.Co di Sondrio in occasione di una tappa valtellinese del progetto Ersaf “Camminaforeste” incentrata su “Turismo responsabile, ambiente valorizzato e tutelato”.
Bevilacqua è stato invitato per portare l’esperienza dell’azione “Cantieri” del progetto “Più segni positivi”. Un progetto di welfare che si occupa del sociale. Qual è il legame con il turismo? Lo ha spiegato Bevilacqua, che ha tracciato una linea di collegamento fra sociale, agricoltura e turismo. «Sol.Co è un consorzio di cooperative sociali che si occupa di servizi alla persona e di inserimento nel lavoro di persone svantaggiate – ha affermato -. In particolare ci siamo concentrati su una problematica molto sentita, quella della fatica, della fragilità e della povertà, che coinvolge diverse famiglie anche del nostro territorio. Si stima che oggi il 30 per cento della popolazione sia sulla soglia della povertà, intesa non solo dal punto di vista economico, ma anche come isolamento nella relazione delle persone, come fatica a stare in un contesto complesso e chiedere aiuto. Abbiamo pertanto creato un progetto che si centri sul problema lavorando sul “segno positivo”, per creare qualcosa di nuovo».
In sostanza Sol.Co ha colto povertà non solo nelle persone, ma anche nell’ambiente naturale. «Ci sono 10mila abitanti in questa linea di galleggiamento e rischiano di scivolare in questo fenomeno per la perdita del lavoro, la crisi economica, difficoltà relazionali nella famiglia, separazioni, malattie invalidanti – ha proseguito -. Ma c’è anche una povertà del territorio testimoniata da dati e ricerche: mi riferisco alla superficie agricola abbandonata. Allora abbiamo fatto due più due in questo senso. Abbiamo pensato di creare un’azione che si chiamasse “Cantieri” per dare più solidarietà, più cura del territorio, più coesione sociale».
Peraltro una fascia vulnerabile della popolazione “a rischio” è costituita da persone sopra i 40anni senza lavoro o che lo hanno perso, anche di recente.
Insieme alla cooperativa Intrecci, che si occupa di inserimento nel lavoro, sono stati pensati progetti che potessero creare una quindicina di posti lavoro in attività come il recupero di sentieri, di spazi di interesse comunale, fruiti dalla comunità e il recupero di terreni agricoli da riconvertire a produzione.
«Siamo partiti nel maggio 2015 e termineremo l’anno prossimo – ha illustrato il presidente -. Con una prima squadra di lavoro abbiamo recuperato 55 sentieri per un totale 86 chilometri. Nel fare le selezioni, Intrecci con i partner del progetto ha incontrato quasi 200 persone nel territorio del distretto di Sondrio senza lavoro, tra l’altro non da tanto tempo. Sono stati eseguiti interventi su sentieri a Berbenno, Chiesa e Montagna per citare alcuni comuni».
È stata attivata anche una seconda squadra che lavora per il recupero di alcune zone segnalate dai comuni stessi. Due esempi: a Sondrio è stata convertita in orti sociali un’area dove ci sono 37 appezzamenti che verranno usati dalla comunità, a Ponte sono stati recuperati diversi ettari di terreno incolto in una zona centrale del paese (sotto il campo sportivo) che verranno destinati a produzione agricola.
L’ultima azione in via di realizzazione è il cantiere agricolo. La cooperativa recupererà un terreno incolto terrazzato nella zona di Castione che verrà rinconvertito a coltivazione vitivinicola.
«L’aspetto interessante – ha sottolineato Bevilacqua - è stata la creazione di un’associazione fondiaria, fra le prime in Valtellina, che mette insieme numerosi proprietari che hanno tanti piccoli terreni fino ad arrivare a tre ettari e mezzo». In ultima analisi «credo che il nostro progetto si intersechi benissimo con la cultura e il turismo, che punta molto sui sentieri e sull’ambiente tutelato e valorizzato».
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