Economia / Sondrio e cintura
Martedì 26 Novembre 2013
Camera Commercio
Galbusera lascia
Riunione di fuoco per il rinnovo della Giunta - La presidente di Confindustria si chiama fuori: - «Accordi non rispettati, ci dovevano due posti»
«Rinuncio a far parte della Giunta camerale e dò le dimissioni da questo incarico. Ci confronteremo, poi, con i nostri associati per avere indicazioni circa la persona che andrà a sostituirmi, ma non sarà, credo, né il presidente né un vicepresidente».
E’ questo l’atto conclusivo, firmato Cristina Galbusera, presidente di Confindustria Sondrio, di un altro pomeriggio di tensione consumatosi ieri nella sala Arturo Succetti della Camera di Commercio di Sondrio dove si è riunito, per la quarta volta, il consiglio camerale chiamato al rinnovo dei vertici dell’ente.
Un consiglio che non è servito a ricucire, manco a pensarlo, lo strappo prodottosi lo scorso 28 ottobre, fra Confindustria e le altre categorie produttive, in sede di riconferma di Emanuele Bertolini, in quota Confartigianato, alla guida dell’ente camerale.
In quell’occasione Confindustria non si era neppure presentata in sala, opponendo un netto rifiuto a prendere parte al consiglio «dopo essere stata del tutto esclusa dai giochi», secondo il parere dei vertici della categoria che, ieri, pur presenti, hanno riproposto la loro posizione chiara e netta che più non si poteva.
«Solo pochi mesi fa - ha attaccato Galbusera appena prima delle votazioni a scrutinio segreto -, a maggio, avevamo firmato un accordo di apparentamento assai esplicito dove si diceva che in Giunta camerale avrebbero dovuto essere rappresentati due membri per Confcommercio, due per Confartigianato, due per Confindustria e uno per il settore agricoltura. Invece, ecco che ci troviamo di fronte, oggi, a un nuovo ribaltamento delle carte. Con la proposta di nominare un rappresentante, a norma di legge, è vero, per ciascuna delle maggiori categorie produttive, le suddette, oltre a due consiglieri che, guarda caso, fanno capo sempre a Confcommercio».
La proposta delle parti coalizzate, commercianti, artigiani e agricoli, infatti, è stata quella di nominare i quattro presidenti di ogni categoria principale oltre ad un rappresentante per il settore servizi e il settore turismo che, ovviamente, sono sempre espressione della categoria dei commercianti, la stessa che, il 28 ottobre, aveva rinunciato alla presidenza dell’ente camerale cui, pure, Marino Del Curto, avrebbe tenuto.
Tant’è che, alla fine della votazione a scrutinio segreto, 13 voti sono andati a Stefano Masanti, per il settore turismo, 12 a Loretta Credaro, per il settore servizi, e, in ordine decrescente, 5 a Jonny Gritti, presidente di Confartigianato, 4 a Cristina Galbusera, presidente di Confindustria (uno in più rispetto al numero dei consiglieri lei assegnati), e uno ciascuno a Marino Del Curto, presidente Confcommercio, e a Alberto Marsetti, presidente Coldiretti. Un voto ciascuno è anche andato a Sergio Schena, Confindustria, e a Bianca Gadola e Stefania Crupi, di Confartigianato, ma non passano, comunque, il turno.
Amareggiati, per la situazione venutasi a creare si sono detti Jonny Gritti e Alberto Marsetti, soprattutto il primo, invero, ha cercato di lanciare una ciambella verso Cristina Galbusera mostrando di comprendere il suo disappunto rispetto all’inosservanza del “patto” di maggio. «Chi l’ha siglato - hanno tuonato dai banchi di Confindustria - ovvero i presidenti di Confartigianato e Confcommercio, dovrebbero avere l’onestà di lasciare questa sala insieme a noi». Gritti, si è, quantomeno, cosparso il capo di cenere, riconoscendo che «quell’accordo avrebbe dovuto essere osservato, ma sarà mia premura fare tutto il possibile per recuperare il rapporto con Confindustria».
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