Bresaola regina della Dop economy

I dati La produzione Igp seconda solo al Grana padano per partecipazione al valore economico generato nel Paese Volumi cresciuti del 12,4% nel 2021 - La Valle è nona in Italia e terza in Lombardia per l’impatto economico del cibo

Bresaola di Valtellina regina della Dop economy. A certificarlo sono i dati del valore economico generato dalle filiere agroalimentari e vitivinicole dei prodotti Dop e Igp nelle regioni e nelle province del Paese secondo il XX Rapporto Ismea-Qualivita 2022 proprio sulla cosiddetta Dop economy italiana.

Un settore in grande crescita che in Italia vale complessivamente 19,1 miliardi di euro, che nel 2021 in Lombardia ha generato un impatto economico di 2,18 miliardi di euro (+7,2% sul 2020) e che in provincia di Sondrio, nona assoluta per i risultati ottenuti per il solo cibo e terza in Lombardia, grazie fondamentalmente all’apporto della Bresaola, ha avuto un impatto di 260 milioni di euro (+12,4 rispetto all’anno precedente)

Forza propulsiva

Risultati record che portano a quota 21% il contributo del comparto al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale per un quadro che delinea una grande forza propulsiva da parte delle filiere dei prodotti Dop e Igp, da sempre espressione di un patrimonio economico per sua natura non delocalizzabile, frutto del lavoro coeso di un sistema complesso e organizzato che in tutto il territorio nazionale coinvolge 198.842 operatori e 291 Consorzi di tutela autorizzati dal ministero.

La produzione certificata Dop e Igp agroalimentare e vinicola nel 2021 ha superato i 19 miliardi di euro, un dato che, dopo il segnale di stop del 2020 (-2,0% su base annua), riprende con un +16,1% il trend di crescita degli ultimi dieci anni. Il comparto cibo sfiora gli 8 miliardi di euro (+9,7%), mentre il settore vitivinicolo supera gli 11 (+21,2%): più di un euro su cinque del cibo e del vino italiano è generato da prodotti Dop e Igp.

L’export

Le esportazioni hanno raggiunto i 10,7 miliardi di euro, per un peso del 21% nell’export agroalimentare italiano complessivo, un risultato che è somma di un “doppio record” con il cibo a 4,41 miliardi di euro e un +12,5% su base annua e il vino a 6,29 miliardi di euro (+13,0%). In particolare si registrano crescite a due cifre per le principali categorie, dai formaggi (+15%) agli aceti balsamici (+11%) ai prodotti a base di carne (+13%).

In Lombardia si contano 75 prodotti Dop e Igp e il settore nel suo complesso ha generato un impatto economico pari a 2.180 milioni di euro nel 2021 (+7,2% sul 2020) grazie al lavoro di 8.914 operatori, che ne fanno la terza regione in Italia per valore delle filiere Dop e Igp e la seconda per il settore del cibo.

La prima provincia per impatto economico è Brescia (726 milioni), seguita da Mantova (499 milioni), Sondrio (277 milioni in tutto), Cremona (250 milioni) e Pavia (158 milioni di euro).

In Lombardia la Dop economy ha un peso pari al 16% sul valore complessivo del settore agroalimentare (a livello italiano la quota è del 21%). Il comparto cibo conta 34 filiere che generano un valore alla produzione di 1.758 milioni di euro nel 2021, per un +7,6% rispetto al 2020. La regione è seconda in Italia per valore economico generato e il comparto coinvolge 5.247 operatori.

E se la denominazione che partecipa maggiormente al valore economico in regione è il Grana padano, subito dopo c’è la Bresaola della Valtellina Igp che è anche undicesima italiana assoluta per valore alla produzione con un dato di 241 milioni di euro nel 2021, in aumento del 12,4% rispetto ai 214 milioni di euro del 2020.

Sempre in Lombardia, il comparto vino conta 41 filiere che hanno generato un valore alla produzione di 422 milioni di euro nel 2021, per un +5,5% rispetto al 2020. La regione è nona in Italia per valore economico prodotto e il comparto coinvolge 3.667 operatori. La denominazione con il maggiore ritorno economico è il Franciacorta.

Il ministro

«Tutelare le eccellenze agroalimentari del nostro territorio, difendere la loro unicità e territorialità, affermare un modello centrato sulla qualità del prodotto e del lavoro sono al centro dell’impegno del ministero – ha commentato i dati il titolare del dicastero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida -. L’analisi del XX Rapporto Ismea-Qualivita dimostra ancora una volta come grazie alla distintività e alla tradizione delle nostre produzioni il made in Italy si dimostri vincente in Italia e all’estero, con numeri in netta crescita rispetto agli scorsi anni».

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