Economia / Sondrio e cintura
Domenica 11 Ottobre 2015
Bresaola, che numeri. Cresce l’esportazione: «Un’ottima stagione»
Molto positivi i risultati del primo semestre. Da gennaio a giugno registrato un aumento del 7,6%. «I nostri salumi sono apprezzati nel mondo».
Buona crescita delle esportazioni di bresaola nel primo semestre 2015. Grazie a un ottimo primo trimestre, il salume valtellinese ha messo a segno nel periodo gennaio-giugno un +7,6% in quantità e un +4,8% in valore per 26,6 milioni di euro. È relativo al settore dei bresaolifici, attivo in provincia di Sondrio con circa seicento addetti, uno dei dati più significativi della prima parte dell’anno per le esportazioni di salumi italiani nel primo semestre 2015.
Secondo i dati elaborati da Assica - l’Associazione industriali delle carni e dei salumi aderente a Confindustria - su base Istat gli invii di prodotti della salumeria italiana hanno raggiunto quota 74.067 tonnellate (+5,9%) per un valore di 614,6 milioni di euro (+3,9%). Un buon risultato, consolidatosi nel corso dei sei mesi, che rappresenta un ulteriore passo avanti rispetto al primo semestre del 2014. A determinare questa crescita è stata la domanda dei partner comunitari, resa molto forte da circostanze eccezionali che hanno fatto volare le esportazioni di prosciutto cotto verso la Spagna, ma comunque positiva e solida anche al netto di questo exploit. Un contributo importante è arrivato anche dallo straordinario risultato degli Stati Uniti d’America (+20,8% in quantità e + 25,9% in valore). Una performance sicuramente favorita dal “mini euro”, rilevante anche per il mercato elvetico, ma che è soprattutto frutto dell’impegno dimostrato dalle aziende per difendere le posizioni conquistate sul mercato americano nonostante la penalizzazione derivante dal provvedimento 100% reinspection Usa, che consisteva nel controllo sistematico di tutte le partite di salumi provenienti dall’Italia che arrivavano in dogana. Un metodo venuto meno da maggio scorso grazie al lavoro svolto da Assica, di concerto con le autorità e le istituzioni italiane e comunitarie per rimuovere tutti gli ostacoli presenti su questo mercato.
Secondo Nicola Levoni, presidente di Assica, i dati confermano che l’export è un traino irrinunciabile per la crescita del settore. «Questo risultato è, anche, un’ulteriore riprova di quanto i nostri salumi siano apprezzati nel mondo. Ma siamo consapevoli che potrebbero esserlo ancora di più. Le nostre analisi dimostrano infatti che l’esistenza di barriere non tariffarie sta impedendo al nostro settore di avvantaggiarsi pienamente delle circostanze eccezionali legate al momento economico che stiamo vivendo, a partire dal cambio favorevole dell’euro».
Bilancio positivo anche secondo la Flai-Cgil, come rileva da Sondrio il segretario provinciale Vittorio Boscacci. «I rilievi dei nostri delegati ci confermano che praticamente tutti i produttori hanno avuto un’ottima stagione – spiega Boscacci -. Vorrei citare un caso particolarmente significativo, quello della Rigamonti, un’azienda reduce da alcuni anni molto complicati. Ci è stato segnalato un aumento della produzione del 10% rispetto al 2014. Non abbiamo riscontrato casi di crisi o difficoltà in altri contesti: ci troviamo di fronte a un contesto complessivamente positivo per un settore che in provincia di Sondrio, dà lavoro a circa seicento persone nell’industria».
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