Bps, primo incontro sul piano industriale

Prima tappa a Sondrio per il roadshow della Banca Popolare che ha presentato il nuovo piano industriale triennale

Sondrio

Il nuovo Piano industriale 2025-2027 della Banca Popolare di Sondrio, presentato giovedì al Teatro sociale di Sondrio nella prima tappa del roadshow rivolto a clienti e imprenditori del territorio, è stato realizzato con una logica “stand alone”. E se i vertici della Popolare non hanno potuto parlare dell’offerta pubblica di scambio promossa da BPER per via di specifici e rigorosi doveri di condotta neutrale, i cosiddetti “passivity rules”, inevitabilmente l’argomento è stato al centro dell’incontro, ed è stato il presidente Francesco Venosta a spiegare il significato della logica “stand alone”.

«Mi attengo ai dati oggettivi, evidenti a tutti – ha detto introducendo la serata: se avesse successo, tale offerta condurrebbe alla fusione della Banca Popolare di Sondrio in BPER, e quindi alla scomparsa della nostra banca come entità legale autonoma, con la conseguente impossibilità di realizzare il Piano aziendale triennale». Il piano parte dal passato, per poi guardare verso il futuro. Si basa su una storia, quella della BPS, di creazione di valore e resilienza: oltre 150 anni di bilanci in attivo, di dividendi e di crescita organica regionale e internazionale. La banca, infatti, ha generato e distribuito utile in ogni suo esercizio contabile, e la generazione di valore è avvenuta pressoché in totale autofinanziamento e in modo organico.

«Forti della nostra tradizione e del lavoro svolto nell’ultimo triennio, il nuovo Piano industriale 2025-27 ci permette di aumentare la creazione di valore in logica stand alone – ha spiegato il consigliere delegato e direttore generale, Mario Alberto Pedranzini -. La continuità industriale e manageriale ha creato un modello di fare banca vicino alle esigenze della clientela e del territorio in cui operiamo. Il modello di banca costruito in questo percorso è distintivo: radicamento territoriale, qualità del servizio, fidelizzazione del cliente e cultura imprenditoriale diffusa. Questi fattori hanno abilitato una produttività della rete doppia rispetto alla media delle banche italiane, un’efficienza operativa allineata a quella dei grandi gruppi bancari nazionali e internazionali e nettamente migliore rispetto alle banche di dimensione comparabile e una qualità creditizia più resiliente anche nei momenti di downturn economico, che ha evitato diluizioni degli azionisti per finanziare il de-risking. Il nostro modo di fare banca si è sviluppato attraverso una crescita organica, progressiva, integrata nell’ecosistema territorio e rappresenta un unicum nel sistema bancario italiano. La bontà di questo approccio è confermata dai risultati dell’ultimo triennio, in forte crescita e superiori alle previsioni del Piano sui principali indicatori industriali. In sintesi, il nostro modello di business ha generato notevole valore per gli azionisti su un orizzonte di medio termine e ci ha permesso di distribuire crescenti dividendi, mantenendo una distintiva solidità patrimoniale. Forti del nostro track-record siamo convinti di poter incrementare l’utile sul triennio del 40% e raddoppiare la remunerazione per i nostri azionisti, mostrando una traiettoria di crescita migliore delle aspettative riflesse nelle stime degli analisti».

Grande attenzione sul fronte del capitale umano della Popolare: sono 233 le nuove assunzioni nel prossimo triennio previste nel Piano industriale, 148 nel 2025, 57 nel 2026 e 28 nel 2028; con un +6% rispetto al 2024. Alle assunzioni previste si aggiungono nuovi percorsi di carriera e specializzazione: +90 consulenti Wealth Management, +20 specialisti Bancassurance. «Puntiamo ad una sempre maggiore valorizzazione delle risorse professionali tramite percorsi di crescita e incentivazione e innovazione della cultura aziendale» hanno infatti spiegato sia Pedranzini che Massimo Perona, Chief Financial Officer della Banca Popolare di Sondrio, che ha illustrato il Piano insieme al consigliere delegato.

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