Bps, i piccoli azionisti: «I lupi non ci spaventano»

Non ci sono lupi che spaventano i piccoli azionisti. L’associazione “Insieme per la Popolare”, che rappresenta oltre 4.000 soci della Banca Popolare di Sondrio, ha risposto con fermezza alle dichiarazioni di Carlo Cimbri, presidente di Unipol. Cimbri aveva affermato che “non si sopravvive da soli in un bosco di lupi”, sottolineando la necessità per Banca Popolare di Sondrio di unirsi a un gruppo più grande come BPER per competere nel mercato.

«In realtà, qui nessuno ha paura dei lupi e la Popolare di Sondrio si muove tranquillamente nel bosco anche da sola, come ha fatto con successo finora - si legge nella nota dell’associazione - L’istituto valtellinese è infatti diverso dagli altri ed è diverso il modo di fare credito e di relazionarsi con la clientela, e non a caso in tutti questi anni ha continuato a crescere, grazie a un modello di fare banca distintivo e vincente».

Un matrimonio naturale?

Nella sua dichiarazione, Cimbri aveva definito l’unione tra BPER e BPS un “matrimonio naturale”. Tuttavia, l’associazione dei piccoli azionisti ha replicato in modo deciso: «Si può anche dire che quello tra BPER e Sondrio è un matrimonio naturale, ma fino a prova contraria i matrimoni si fanno fra consenzienti, se si vuole che poggino su solide fondamenta e siano duraturi e profittevoli». Un chiaro riferimento al fatto che l’operazione proposta da BPER non sia stata preventivamente discussa né concordata con BPS.

Scenario in evoluzione

L’offerta di BPER Banca per acquisire BPS, con un valore complessivo di 4,3 miliardi di euro, è una delle operazioni più rilevanti nel panorama bancario italiano. L’obiettivo di BPER è ottenere almeno il 35% del capitale della Popolare di Sondrio per poter esercitare il controllo sull’istituto.

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