Bps, i piccoli azionisti appoggiano la banca. «Modello vincente, avanti da sola»

In una nota l’associazione sostiene il piano industriale intitolato “Our Way Forward” approvato dal Consiglio di Amministrazione. «Poggia su solide argomentazioni e risulti essere coerente e, pertanto, credibile»

Sondrio

«Se si guarda ai fondamentali, alla storia e al modello di banca che da sempre caratterizzano la Popolare di Sondrio appare evidente come il Piano Industriale intitolato “Our Way Forward” approvato dal Consiglio di Amministrazione e presentato al mercato il 12 marzo poggia su solide argomentazioni e risulti essere coerente e, pertanto, credibile. Così lo hanno giudicato anche i mercati e gli investitori, tanto che il valore del titolo in Borsa è aumentato in modo significativo. Anche l’impegno di incrementare in misura rilevante i dividendi di 1,5 miliardi di euro nel prossimo triennio in ottica stand-alone è ambizioso ma, allo stesso tempo, attendibile e realizzabile. Questo in ragione sia dei trend e dei risultati del passato, ma anche perché la forza dell’istituto risiede, da sempre, nella sua autonomia e nella sua indipendenza; tratti distintivi che gli hanno consentito di costruire, mantenere e sviluppare un rapporto unico con i territori».

Così una nota di Insieme per la Popolare, l’associazione a cui aderiscono oltre 3.500 piccoli azionisti della Banca Popolare di Sondrio e che complessivamente detengono una quota del capitale sociale superiore al 6,5%.“Bps è una banca che da oltre 150 anni sa coniugare i vantaggi per gli azionisti con quelli dei clienti e dei territori in cui opera e siamo convinti che continuerà a farlo soprattutto in un’ottica stand-alone – prosegue la nota – visto che il potenziale di crescita sta proprio nel fatto che la banca, per come è strutturata, è attenta a Pmi e famiglie, ha filiali dotate di ampia autonomia, agili e ben radicate sul territorio e può contare su dipendenti motivati e preparati. Crediamo fermamente che sia opportuno e giusto proseguire su questa linea, secondo questo modus operandi, mentre temiamo – concludono i piccoli azionisti – che, se dovessero cambiare le cose, potrebbe venir meno il sostegno alle aziende e la capacità di concedere credito».

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