Bps, Melazzini sull’offerta di Bper: «Valtellina e Valchiavenna si mostrino unite contro questa acquisizione ostile»

Alessandro, figlio dell’ex presidente della Popolare Sondrio, Piero Melazzini, vive da 26 anni in Germania, da 20 a Monaco di Baviera, e lì l’abbiamo raggiunto telefonicamente all’indomani dell’attentato che ha profondamente scosso la Germania e non solo

Sondrio

«Sto seguendo attentamente la vicenda legata all’offerta pubblica di scambio di Bper sulla Banca Popolare di Sondrio e solo lieto che l’attuale dirigenza abbia respinto fermamente una proposta che trovo ostile nei modi, nei tempi e nella forma in cui è stata espressa. E sono convinto che un’acquisizione di questo genere segnerebbe la scomparsa della Popolare Sondrio come la conosciamo e questo è un qualcosa che si avverte molto in Valtellina». A dirlo è Alessandro Melazzini, 50 anni, figlio dell’ex presidente della Popolare Sondrio, Piero Melazzini.

Alessandro vive da 26 anni in Germania, da 20 a Monaco di Baviera, e lì l’abbiamo raggiunto telefonicamente all’indomani dell’attentato che l’ha profondamente scossa e, a margine della discussione sulla situazione tedesca, non poteva mancare un accenno a quella italiana, o, per meglio dire, valtellinese. «Per 40 anni ho “mangiato” Banca popolare di Sondrio a pranzo e a cena - assicura Melazzini -, perché mio padre parlava praticamente solo di quello. E quando non era banca era religione. Per cui sul tema sono un po’ di parte, però, so per certo che la Bps non è mai andata avanti per acquisizioni. Talvolta il tema dell’eventuale acquisizione fra Creval e Bps veniva avanti, ma il papà ha sempre respinto questa eventualità perché diceva “ci rispettiamo, ma non ci amiamo”. E lì finiva il discorso. E ora mi sento di solidarizzare a tutto tondo con l’attuale dirigenza della Popolare Sondrio che ha così fermamente respinto l’offerta e li esorto a combattere perché questa acquisizione non si concretizzi. Auspico chi la pensa così a non vendere azioni in questo momento magari abbagliati da logiche di mercato. Io stesso, questa settimana ho acquistato azioni Bps, a titolo simbolico, e mi sono iscritto all’associazione “Insieme per la Popolare di Sondrio”, sperando che altri lo facciano. Perché la Bps va preservata».

Di questo è fermamente convinto Melazzini che confida in una reazione da parte di tutto il territorio. «Valtellina e Valchiavenna dovrebbero mostrarsi compatte, unite contro questo tentativo di acquisizione ostile - esorta Melazzini - tenendo presente che, talvolta, le cose vanno al contrario rispetto a quanto inizialmente ipotizzato. Ricordo, ad esempio che, qui in Germania, tempo fa, la Porsche si era determinata nel voler acquisire la Volkswagen dopodiché è andata a finire che è stata la Volkswagen a portarsi a casa la Porsche. Il mercato è sempre molto fluido, a tratti imprevedibile, però, rispetto all’offerta pubblica di scambio della Bper non ci dovrebbero essere esitazioni da parte della dirigenza Bps, come non ci sono state fino ad ora, e occorre andare avanti dritti per la propria strada».

Inutile dire che papà Piero sarebbe orgoglioso di udire queste parole dal figlio Alessandro e certamente orgoglioso della resistenza opposta dalla dirigenza attuale. «Conosco molte persone che lavorano in Bps, molti dipendenti - chiosa Melazzini -, e so che stanno vivendo in modo forte questo momento. Io sono con loro e spero che lo sia tutta la Valtellina e se proprio bisogna ingrandirsi, auspico che sia la Bps il senior partner».

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