
Economia / Sondrio e cintura
Venerdì 14 Marzo 2025
«Bps ha visto il valore nelle persone»
Il punto All’appello dei piccoli azionisti, si unisce Ardenghi (Seval). Mobilitazione per la banca di piazza Garibaldi «Un’istituzione nata dalla nostra terra. Siamo chiamati a prendere posizione di fronte alla proposta di Bper»
Sondrio
«La Banca popolare di Sondrio non è una banca qualsiasi: è un’istituzione nata dalla nostra terra, modellata dalla nostra gente, cresciuta con il lavoro e la fiducia di generazioni. È stata più banca e meno finanza, più comunità e meno speculazione. Ha visto il valore nelle persone, non solo nei numeri. Ha creduto nei progetti, non solo nelle garanzie. Ha dato fiducia quando altri chiudevano le porte. Oggi tocca a noi dimostrare di essere all’altezza di questa eredità».
Una lettera aperta che è rivolta a tutti gli azionisti della Popolare
All’appello lanciato nei giorni scorsi dall’associazione dei piccoli azionisti “Insieme per la Popolare” a difesa della banca si unisce la voce dei singoli imprenditori. È un’intera comunità che si mobilita a favore dell’indipendenza della Banca Popolare di Sondrio, perché l’istituto di credito di piazza Garibaldi, sotto offerta pubblica di sottoscrizione da parte di Bper Banca dal 6 febbraio, possa mantenere la sua natura di banca del territorio.
«La forza di un sogno»
In questo senso è stato scritto il nuovo piano industriale 2025-2027 presentato mercoledì e su questo si basa Roberto Ardenghi, presidente di Seval, l’azienda di Colico specializzata nel recupero di materiali pregiati, nel suo accorato appello alla mobilitazione.
«Non si tratta solo di un’offerta economica ma di una scelta di identità»
«A quarant’anni inoltrati ho deciso di lasciare il posto fisso per realizzare un’impresa, un passo audace che solo chi ha conosciuto la forza di un sogno può comprendere. In quel momento, quando il rischio sembrava più grande delle certezze, la nostra banca c’era - ricorda Ardenghi in una lettera aperta a tutti gli azionisti della Popolare -. La nostra banca è nata per sostenere le comunità della Valle, per dare credito a chi aveva un sogno e il coraggio di realizzarlo.
Non ha mai ceduto alla logica dell’indifferenza, ha saputo leggere le storie dietro le cifre, capire la forza di un’idea oltre i freddi parametri di valutazione. Grazie anche alle persone che vi lavorano che, conoscendo il volto e la storia di chi entra in filiale, sanno distinguere tra un numero e un’opportunità, tra una richiesta e un sogno da realizzare». Direttori di filiale capaci di valutare oltre freddi algoritmi, «professionisti che hanno sempre messo al centro il valore umano, il legame con il tessuto sociale, la consapevolezza che il credito è fiducia prima ancora che denaro». La solidità della Popolare dipende, secondo Ardenghi, anche da loro.
«Per questo oggi non possiamo restare in silenzio - dice -. Siamo chiamati a prendere posizione di fronte alla proposta di Bper Banca. Non si tratta solo di un’offerta economica, ma di una scelta di identità. Dobbiamo chiederci quale futuro vogliamo per la nostra banca. Che ruolo vogliamo giocare nella difesa della nostra storia. Questa fusione potrà rispettare e custodire ciò che abbiamo costruito? L’economia non è solo calcolo e profitto: è anche dono e reciprocità. Ce lo insegnano i grandi pensatori. Il valore di un’impresa non si misura solo nei bilanci, ma nella sua capacità di generare benessere diffuso. Se accettiamo una trasformazione basata solo su logiche di razionalizzazione, tradiremo la nostra identità e svenderemo ciò che ci rende unici».
«Ora è il nostro turno»
Una posizione quella di Ardenghi che non rinnega i cambiamenti, «che - ammette - possono essere necessari, ma non devono mai essere ciechi. Troppe volte, dietro la promessa “grande è meglio”, si sono nascosti interessi estranei al bene delle comunità».
La difesa della banca per l’imprenditore è dunque difesa di un modello di comunità. «La Banca Popolare di Sondrio è sempre stata al nostro fianco, anche quando altri istituti ci hanno voltato le spalle - sottolinea -. Ora è il nostro turno. È il momento di esserci, di restituire ciò che ci è stato dato. Non possiamo essere indifferenti di fronte a decisioni che cambieranno il nostro domani. Ognuno di noi deve fare la propria parte». Che significa innanzitutto iscriversi all’associazione “Insieme per la Popolare per far sentire la propria voce.
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