
Economia / Morbegno e bassa valle
Lunedì 10 Febbraio 2025
Bps, Del Nero: «Identità da mantenere, ma ora servono mosse strategiche»
Il sindaco di Morbegno: «Non si punti solo sullo sci». Il consigliere Bordoni: «Così si perde l’identità»
Sondrio
Un futuro sempre più incerto non solo per la banca, ma per tutto il suo territorio di riferimento, compreso il capoluogo che storicamente ha costruito la propria identità intorno ai suoi istituti di credito.
Se il sindaco di Sondrio, Marco Scaramellini, preferisce attendere gli sviluppi della situazione prima di esprimere un giudizio, ci sono altri amministratori locali che non nascondono la propria preoccupazione per l’offerta di acquisizione lanciata da Bper Banca sulla Popolare. A partire dal sindaco di Morbegno, Patrizio Del Nero. «Quanto sta accadendo non è una sorpresa - dice subito -. Con i buoni risultati degli ultimi anni e la presenza al proprio interno di un azionista importante come Unipol, soltanto l’ingenuità poteva far credere che la Popolare rimanesse fuori dal risiko bancario. Purtroppo, in passato abbiamo perso l’occasione di fare un matrimonio tra il Credito Valtellinese e la Popolare, che avrebbe forse evitato le scalate. È stato fatto un errore e questi sono i risultati, perché adesso perdiamo un asset importante, fondamentale per lo sviluppo e la crescita della provincia».
Per Del Nero l’operazione Bper-Popolare rappresenta non soltanto un ulteriore elemento di indebolimento del sistema economico territoriale, ma un altro passo verso la «colonizzazione».
«Perdiamo l’identità di territorio - dice -. Certo è positivo il mantenimento del marchio, così come è stato dichiarato, ma sappiamo che è così all’inizio, ma poi andando avanti cambia tutto e la salvaguardia dei territori di origine sarà l’ultimo pensiero». Secondo Del Nero questa operazione deve far riflettere su quale futuro si vuole per la Valle e accelerare alcuni processi.
«La Valtellina non può essere solo un’area turistica invernale - dice -. Bisogna pensare a uno sviluppo che favorisca il secondario, il manifatturiero con la creazione di poli tecnologici produttivi a partire dalla Bassa Valle, per dare corpo alla nostra economia che è e dev’essere fortemente integrata. Gli investimenti non possono andare in un’unica direzione. E poi bisogna mettere i paletti per i rinnovi delle concessioni per evitare che anche questo asset finisca in mano agli operatori esteri: se perdiamo anche quell’opportunità diventa pericoloso».
Preoccupato per il futuro della Valtellina anche Stefano Bordoni, consigliere comunale di minoranza a Berbenno. «Negli anni, la Banca Popolare di Sondrio ha rappresentato molto più di un semplice istituto di credito - sottolinea -. È stata un punto di riferimento, un pilastro per famiglie e imprese, una presenza costante che ha accompagnato lo sviluppo economico e sociale. La sua storia si intreccia con quella della nostra gente, dei nostri imprenditori e delle nostre comunità, con una vicinanza e un’attenzione che vanno ben oltre il semplice rapporto tra banca e cliente. L’offerta lanciata da Bper Banca apre un capitolo incerto. Nessuno mette in discussione la solidità e il valore di Bper, ma la questione è cosa ne sarà dell’identità, della missione e dell’anima della nostra Popolare, costruita con dedizione nel corso dei decenni».
Una preoccupazione legata anche alle peculiarità uniche del territorio. «La trasformazione della Bps in società per azioni aveva già segnato un cambio di passo importante - aggiunge il consigliere -, ma oggi il rischio è di perdere definitivamente quel legame speciale che ha reso la Popolare di Sondrio un modello di banca territoriale di successo. L’integrazione in un gruppo più grande potrebbe portare con sé logiche diverse, sicuramente più orientate ai mercati finanziari, ma lontane dalle esigenze locali. E la Valtellina non può permettersi di perdere uno dei suoi principali strumenti di crescita e sviluppo. È necessario tutelare la storia e il ruolo della Popolare. Il futuro della nostra banca – conclude Bordoni - deve essere scritto insieme, con consapevolezza e con la volontà di proteggere ciò che essa rappresenta: un’eccellenza».
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