Economia / Morbegno e bassa valle
Domenica 11 Ottobre 2015
«Bitto, sono pronto a una mediazione»
Aria di divorzio tra i Consorzi, l’assessore regionale Fava: «Mi metto a disposizione per salvare una svolta storica». Bertolini: «Le istituzioni non possono pagare debiti pregressi sul Centro di Gerola» - Critiche di Sterlocchi e Del Nero.
«Mi auguro che non sia una scelta definitiva. Sono disposto a fare da intermediario fra le parti, perché sarebbe un peccato assistere a un epilogo negativo dopo un accordo raggiunto a fatica». Le parole sono quelle dell’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni Fava, che interviene sul caso della rottura fra il Consorzio per la salvaguardia del Bitto storico e il Consorzio di tutela formaggi Valtellina Casera e Bitto.
Una crepa messa in luce dalla mancata presenza del Bitto storico alla Mostra del Bitto che si terrà il 17 e 18 ottobre a Morbegno. Fava era stato testimone del patto sancito nel novembre dello scorso anno, sotto l’egida della Camera di commercio di Sondrio, fra i due Consorzi che avevano deciso di scrivere la parola pace a un ventennio di lotte. Insieme alla vetrina di Expo, la Mostra del Bitto avrebbe dovuto rappresentare la prova generale del nuovo corso e dei nuovi rapporti fra le parti. Così non è stato, tanto che il gruppo guidato da Paolo Ciapparelli alla mostra del Bitto non ci sarà.
«Spiace sinceramente assistere a questa assenza - sostiene l’assessore regionale -, ovviamente ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma mi auguro che si trovi una soluzione, mi auguro ci siano dei ripensamenti e, sebbene non sia il mio ruolo, mi metto a disposizione per un confronto. Una svolta storica come quella avvenuta lo scorso anno, dove erano state soddisfatte le reciproche rivendicazioni, aveva un senso profondo che farebbe specie vanificare in una manciata di mesi. Spiace che i produttori storici non si sentano sostenuti dal “Sistema Sondrio” e mi sorprende la soluzione di abbandonare la Mostra».
Il divorzio fra i due Consorzi ha scatenato reazioni provenienti da più parti. Emanuele Bertolini, presidente della Camera di commercio di Sondrio, non nasconde di avere annusato nell’aria una certa tensione , «ma non fa piacere vedere le cose precipitare - afferma -. Ciapparelli dichiara di non sentirsi appoggiato dalle istituzioni, e si riferisce al mancato sostegno economico del Centro del Bitto di Gerola: ma le istituzioni non possono pagare un debito pregresso su quella struttura che ci si è impegnati, invece, a sostenere con progetti e iniziative. Convinti del forte traino sul territorio e sul comparto dei produttori storici, ne abbiamo riconosciuto la specificità che sosteniamo. Abbiamo condiviso due manifestazioni a Expo e la disponibilità nei loro confronti da parte del Consorzio di tutela Bitto e Casera è sempre stata ampia e credo che tutti abbiano remato a favore dei contenuti di un accordo che, dopo essere tornato indietro varie volte e limato, è risultato semplice, chiaro, mai scritto in burocratese e quindi inequivocabile».
Brutta miopia
Per Valter Sterlocchi, sindaco di Buglio, si è messa a nudo «una brutta miopia fatta di gelosie interne e divisioni, invece di giocare sulla sinergia, come succede, invece, in altre vallate alpine vallate dove il binomio agricoltura-turismo viene condiviso fra i diversi soggetti in gioco». «Ha fatto bene l’associazione del Bitto storico a far saltare l’accordo poiché era nato negli equivoci e nel tentativo di portare a casa il consenso con i soldi pubblici - sostiene l’amministratore di Albaredo, Patrizio Del Nero dalla sua pagina facebook -. Nessuna seria politica e proposta era stata messa sul piatto in favore delle Valli del Bitto e delle aree montane a sostegno dell’agricoltura e dei territori interessati. Ci si era dimenticati di considerare una delle due Valli del Bitto, ossia quella di Albaredo».
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