Bilancio di fine anno per la Cdo Lecco
e Sondrio: «Rallentamento atteso
ma fiducia per il 2025»

Per le imprese iscritte alla Compagnia delle Opere di Lecco e Sondrio, il 2024 è stato un anno che si è concluso con «un rallentamento un po’ atteso, perché già verso la fine del 2023 emergevano segnali di una criticità sul 2024 che, tuttavia, a fine anno si è mostrata meno grave rispetto alle sensazioni», afferma il presidente della Cdo di Lecco e Sondrio Marco Giorgioni. Alla base delle difficoltà di buona parte dell’industria locale, ricorda Giorgioni, ci sono le ricadute della crisi dell’automotive, «un mercato che è sotto osservazione ormai da diversi anni e che vive le attuali difficoltà per motivi che alle nostre imprese appaiono abbastanza chiari».

Fra questi per le imprese della Cdo incide l’incertezza geopolitica generale, in aggiunta agli effetti delle politiche green adottate dall’Unione Europea «in modo un po’ e demagogico e, comunque, non adeguato alla realtà del mercato – sottolinea Giorgioni -. Una politica che riguarda la transizione all’elettrico basata su aspettative e desideri di dare indicazioni per uno sviluppo del mercato positivo, ma sappiamo bene che il modo in cui sono state varate le misure per la riduzione delle emissioni sono state poco lungimiranti». A dimostrarlo sono le ricadute negative sulle grandi case automobilistiche e certamente anche sulle imprese del territorio loro fornitrici, oltre che sull’occupazione, visto il forte incremento di cassa integrazione anche sul nostro territorio negli ultimi mesi.

Posto che le imprese, soprattutto della meccanica collegata all’automotive, stanno attraversando mesi difficili, «noi registriamo comunque delle aspettative molto buone sul futuro. Certamente risentiamo molto dello scenario internazionale, tuttavia c’è un punto sostanziale che riguarda la necessità che l’Europa sia più protagonista. Abbiamo vissuto momenti di incertezze e anche di errori nel governo dell’Europa – afferma Giorgioni -, ma siamo chiamati a fare i conti in modo realistico: gli equilibri internazionali sono cambiati, gli Stati Uniti non sono più quelli di trent’anni fa, i Paesi arabi e la Cina hanno un ruolo che non ci consentono più di ragionare con gli stessi criteri di tanti decenni fa. A mio avviso si stanno creando le condizioni per uno sviluppo anche per le nostre imprese. Lecco è una provincia molto vocata all’export e ha certamente bisogno di stabilità degli scenari e in proposito, raccogliendo le considerazioni dei nostri imprenditori l’aspettativa sul 2025 è migliore. E’ in atto un importante cambiamento, l’Europa deve gestirlo e non subirlo. Ora tante aziende anche sul nostro territorio sono in sofferenza, quindi mi auguro che un cambio di passo abbia effetti sui nostri lavoratori e sulle famiglie».

Un’impressione positiva che fra le aziende della Cdo di Lecco e Sondrio si riferisce anche «alle scelte del nostro Governo sulle politiche industriali – afferma Giorgioni - che inducono a guardare ai prossimi mesi con più serenità considerando, ad esempio, come si è mosso il ministro Urso sul caso Stellantis. Ma al di là del caso specifico ho l’impressione di una presa di iniziativa da parte del Governo come non vedevamo da tanto tempo, così come l’iniziativa del ministro del Lavoro Calderone sulla revisione dei modelli contrattuali ci sembra vada nella direzione giusta. In tal senso mi aspetto situazioni future meno critiche».

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