Economia / Sondrio e cintura
Giovedì 07 Dicembre 2017
Bacini anti siccità 141 cave dismesse
per la sete dei campi
Legge regionale: è il numero dei siti estrattivi in Valle che potranno essere riconvertiti in bacini di pescaggio. Coldiretti: «Da noi sono in quota e non creano voragini».
Riscaldamento globale, estati aride, minacce per l’agricoltura e per il patrimonio forestale, arrivano le nuove normative nazionali e regionali per creare presidi territoriali anti siccità. Sono leggi mirate che incentivano la nascita di bacini di pescaggio, ne tratta il Piano nazionale invasi, inserito dal Governo nella nuova legge di bilancio 2018; è questo l’obiettivo del provvedimento sulla trasformazione delle cave dismesse approvata in questi giorni da Regione Lombardia. I siti estrattivi abbandonati vengono recuperati a uso irriguo, per spegnere gli incendi e ci sono circa 3000 ex cave in Lombardia, 141 in provincia di Sondrio.
Le nuove misure vengono considerate «prime importanti risposte» dal mondo agricolo e dai suoi enti di rappresentanza, molto attivi in questi mesi nel chiedere strumenti per fronteggiare nelle campagne il riscaldamento globale e i nuovi climi. E sono arrivati i commenti.
«La legge regionale sull’utilizzo delle cave dismesse come bacini di accumulo e scorta idrica – ha affermato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia – è un importante passo in avanti per affrontare i cambiamenti climatici e l’emergenza acqua. Le limitazioni dei regimi idrici con i quali dobbiamo fare ormai i conti ogni estate. Riconvertendo solo il 10% dei poli estrattivi esauriti – è stato anche chiarito da Coldiretti – si potrebbe creare una riserva strategica potenziale di almeno 90 milioni di metri cubi di acqua ogni anno, acqua che manca e che è mancata anche questa estate per irrigare i campi. Questa legge, attesa – ha ribadito l’ente di rappresentanza del settore agricolo – ha visto l’impegno determinante di assessori regionali, di diversi sindaci lombardi, ed è la risposta alle sollecitazioni di Coldiretti, rispetto a un problema concreto che riguarda tutti, non solo gli agricoltori e che ogni stagione diventa sempre più serio».
Soddisfazione dall’amministrazione regionale, con i commenti del consigliere e primo firmatario della legge, Fabio Rolfi: «La siccità - è stato evidenziato - non è più un’emergenza, ma un elemento strutturale e i dati che abbiamo evidenziano ogni volta una forte disparità fra disponibilità di acqua e fabbisogno idrico. In Lombardia abbiamo tremila cave dismesse e abbiamo pensato di metterle in campo per mitigare il problema delle carenze: è chiaro che non si risolve tutto così, ma rappresenta una risposta più strutturata, ragionata e meno emergenziale al problema».
Commenti anche da Coldiretti Sondrio, attraverso il suo presidente Alberto Marsetti: «Si convertono e rendono utili dei contesti abbandonati – ha sottolineato Marsetti - spazi che creano spesso anche degrado. E si va a riqualificare un’area senza un impiego di fondi ingenti. Le cave in Valtellina – ha anche chiarito – sono perlopiù cave di montagna, per estrazione materiale, pietra, il loro scavo non crea le voragini che vengono lasciate allo scoperto in pianura. La Provincia ha già comunque programmato o ha in corso interventi per la sistemazione di cave per recupero inerti».
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