Aumenta la cassa integrazione. Sondrio tra le province più colpite: male industria ed edilizia

Cassa integrazione in aumento in Lombardia nei primi otto mesi dell’anno con la provincia di Sondrio che nel solo mese di agosto fa registrare un’impennata del 2097,3%. Quando, secondo i dati dell’Inps, le ore di cassa complessivamente autorizzate sono state 24,4 milioni, con un -33% rispetto a luglio, ma in leggera crescita tendenziale rispetto ad agosto 2023 (23,2 milioni,+5%).

Destano forte preoccupazione i dati contenuti nell’ottavo rapporto sulla cassa integrazione nei primi 8 mesi del 2024 elaborato dalla Uil. Dall’analisi fatta si evidenzia infatti un aumento significativo delle ore soprattutto nei settori dell’industria e dell’edilizia.

Tra gennaio e agosto di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2023, le ore di cassa integrazione complessive autorizzate in Lombardia sono aumentate del 23,4%, raggiungendo quota 60.169.576 ore. Nell’industria, sempre a livello regionale si registra un incremento del 24,9%, che riflette le difficoltà che continuano ad affliggere il comparto a fronte di un aumento nazionale del settore del 20,4%.

La provincia di Sondrio con un +287,1% è tra le province lombarde che hanno visto la crescita più marcata della cassa integrazione nell’industria, insieme a Bergamo (+67,1%) e Como (+52,8%).

E non va meglio nell’edilizia che registra crescite allarmanti: a livello regionale del +108,8%.

L’andamento per il solo mese di agosto ha confermato questa tendenza negativa, con un incremento delle ore di cassa integrazione rispetto allo stesso periodo del 2023 del +19,2% in Lombardia. In totale, sono state autorizzate 5.036.178 ore di Cig nel mese di agosto 2024, contro le 4.225.293 ore dello stesso mese dell’anno precedente. Con un settore industriale che è stato il principale motore di questa crescita le province che hanno registrato i maggiori aumenti rispetto all’agosto 2023 sono quelle di Sondrio (+2097,3%), pur in presenza di numeri relativamente piccoli - si parla di poco più di 200 domande -, Varese (+183,9%) e Lecco (+136,1%). Altre province come Brescia (+2,7%) e Como (+51,9%) confermano comunque il trend di forte ricorso alla cassa integrazione. In generale nel mese, Pavia, invece, regista ad agosto un -41,1%, Bergamo un -36,9% e Lodi un -12,3% pur restando elevati se si considerano gli otto mesi dell’anno e la crescita che si è evoluta. Milano tra gennaio ed agosto segna un +8,2%, mentre sul solo mese di agosto, rispetto al 2023 le ore di cassa scendono del -26,1%

«Siamo sempre più preoccupati per l’impatto diretto che questa crisi continua ad avere sui lavoratori - sottolinea il segretario confederale della Uil Lombardia Salvatore Monteduro -. A fronte di un aumento delle ore di cassa integrazione, migliaia di lavoratori si trovano a dover affrontare la quotidianità con salari ridotti e un’incertezza crescente riguardo al futuro. Nel periodo gennaio-agosto 2024, i lavoratori in cassa integrazione in Lombardia sono stati mediamente 44.242,

con un incremento di oltre 8.400 rispetto all’anno precedente. Davanti a questi numeri la situazione generale non può più essere sottovalutata. Il settore industriale, vero motore dell’economia lombarda e nazionale, rischia di essere ulteriormente penalizzato se non si interviene con politiche di rilancio efficaci. Ribadiamo ancora una volta alle istituzioni che servono

misure urgenti per sostenere le imprese e garantire la protezione dei lavoratori. Le famiglie non possono più permettersi di vivere nell’incertezza».

I dati della provincia di Sondrio non lasciano tranquilli. «Nel nostro territorio i numeri fanno rabbrividire - commenta il coordinatore territoriale Uil Sondrio Fabrizio Tresoldi -. Come per altri temi quali la sicurezza e l’abitare, non possiamo più tollerarli. Ci sentiamo dire che l’economia cresce, che il Pil è positivo, che c’è lavoro per tutti e diminuisce la disoccupazione. A me pare che invece ci si trovi sempre più di fronte a precariato, incertezza e possibilità di una vera e propria crisi. E davanti a questo lanciamo la nostra denuncia perché, come in altri settori istituzioni e associazioni datoriali intervengano per frenare questo generale impoverimento del lavoro e dei lavoratori».

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