«Aria di ripresa», nell’edilizia locale
primi dati positivi
Lo mostrano i numeri della Cassa edile. Una cinquantina le imprese che sono iscritte ad Ance. «Registrato un aumento di ore lavorate e di addetti».
Dopo tante difficoltà nel mondo dell’edilizia «si respira aria di un po’ di ripresa», in Valle e non solo. Lo mostrano i dati della Cassa edile, che per il primo trimestre 2017 – pur con l’effetto del cantiere della statale – evidenziano un’inversione di tendenza rispetto all’anno precedente, con una crescita del numero di addetti e di ore lavorate.
È uno degli aspetti segnalati ieri dai vertici di Ance Lecco e Sondrio nel tirare le somme del primo anno di attività della sezione dell’Associazione nazionale costruttori edili, nata nel giugno 2016 dalla fusione delle due realtà provinciali: un bilancio positivo, hanno rimarcato ieri il presidente Sergio Piazza, il direttore Paolo Cavallier, il consigliere Pierangelo Mazza e il vicedirettore Gianfilippo Colasanto, perché l’unione ha portato benefici dal punto di vista dell’operatività e della rappresentanza delle imprese.
Gli iscritti ad Ance sono circa 500, ha spiegato Piazza nella nuova sede di galleria Campello, con una cinquantina di imprese locali, e l’auspicio è che «sempre più aziende entrino a far parte della nostra realtà, capace di fornire servizi qualificati, specifici per il settore», ha rimarcato il presidente. «Lecco e Sondrio sono realtà simili, ma con le proprie caratteristiche - ha spiegato Piazza -, quindi l’unione ci ha consentito di mettere insieme e scambiare competenze diverse, con Sondrio più improntata ai lavori pubblici e alle infrastrutture e Lecco con aziende specializzate nell’edilizia privata, nelle riqualificazioni, negli interventi industriali. L’unione fa la forza, si sa, e dopo un anno il bilancio è positivo».
Positivi sono anche i segnali arrivati nei mesi scorsi, ha rimarcato Mazza: «A livello provinciale si è registrato un aumento di ore lavorate e di addetti - ha spiegato -, certo c’è l’“effetto strada” ma complessivamente l’aria che respiriamo è di una certa ripresa. Non è euforica, ma c’è». I dati mostrano un aumento del 4,32% nel numero medio dei lavoratori e del 9% delle ore di attività, cifre che dall’Ance valutano con prudenza ma che «segnalano un’inversione di tendenza, per un settore che non ha vissuto certo un periodo d’oro», ha evidenziato Piazza.
E per il futuro un elemento chiave sarà il recupero del patrimonio esistente, ha rimarcato il presidente: «Per l’edilizia residenziale ristrutturazioni e rigenerazione urbana saranno fondamentali - ha sottolineato Piazza -, ma bisogna avere il coraggio di fare interventi ambiziosi, perché ci sono interi quartieri costruiti negli anni Sessanta da rendere più vivibili, e non bastano i lavori sul singolo edificio per fare il cappotto o migliorare le prestazioni energetiche. È giusto ridurre il consumo di suolo, ma c’è bisogno di norme che permettano progetti ampi di rigenerazione urbana senza infinite complicazioni burocratiche». «Se le amministrazioni locali credono nel recupero e nella valorizzazione del patrimonio esistente – ha aggiunto Cavallier – possono inserire strumenti per incentivare queste soluzioni all’interno della pianificazione urbanistica, per facilitare ristrutturazioni e rigenerazioni». Sul fronte delle opere pubbliche, invece, il periodo non è dei più floridi, ha evidenziato Mazza, perché «si sono ridotte le stazioni appaltanti e si parla soprattutto di manutenzioni», anche se i fondi per le Aree interne daranno opportunità di investimento.
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