Economia / Sondrio e cintura
Domenica 13 Marzo 2016
«Alpeggi da tutelare, senza speculare»
Emanuele Murada, assessore all’agricoltura ad Albosaggia, interviene sul caso dell’aumento dei canoni. «Comuni tenuti a monetizzare per evitare danni, ma il valore dell’alpeggio non si misura dall’incasso di pochi anni».
Sono una ricchezza non solo culturale ed economica gli alpeggi del nostro territorio, ma anche «un patrimonio di biodiversità da mantenere e possibilmente migliorare».
Emanuele Murada, assessore all’agricoltura del Comune di Albosaggia, interviene sul caso “caro alpeggi” e si schiera a fianco di Coldiretti Sondrio e del Consorzio di tutele di Casera e Bitto, che due giorni fa hanno incontrato il prefetto Giuseppe Mario Scalia, rappresentante del governo resosi disponibile a istituire un tavolo per trovare una soluzione al problema.
Murada va oltre: promette massimo impegno pensando al proprio territorio riguardo al bando per l’affitto dell’alpe Meriggio di prossima aggiudicazione, area che si trova in quota nel Comune orobico: «Si metteranno in atto tutte le strategie possibili – la sottolineatura dell’assessore -, affinché si possa continuare a tutelare quel patrimonio storico, culturale, ambientale, paesaggistico rappresentato dall’alpeggio e la salvaguardia delle produzioni Dop».
La questione, che da alcune settimane sta facendo discutere, desta non poca preoccupazione tra chi da anni si prende cura degli alpeggi: «Le misure del Piano di sviluppo rurale 2015-2020 mettono nelle condizioni le aziende di pianura di avere notevoli vantaggi economici e per questo “attratte” dai nostri alpeggi – entra nel dettaglio Murada -, proponendo offerte che le aziende locali inserite in un altro contesto zootecnico non si possono permettere. È evidente che le finalità sono prettamente speculative», la critica sollevata dall’assessore.
Arrivati a cifre da capogiro, i canoni richiesti in pagamento delle proprietà – siano esse pubbliche o private – sono giudicate antieconomici, nonché insostenibili per le aziende del comparto locale.
«Crediamo che tra i compiti principali di un’amministrazione comunale - rileva Murada - vi sia quello di tutelare gli interessi presenti, soprattutto futuri. Tra questi si inserisce la protezione degli alpeggi. Se è vero che i Comuni sono tenuti a “monetizzare” il più possibile per evitare danni erariali al proprio bilancio, è altrettanto vero però che il valore dell’alpeggio non si misura sull’incasso derivante dall’affitto di pochi anni».
Anche in considerazione del fatto che «l’alpeggio è un sistema complesso, inserito all’interno di una filiera produttiva, che non si esaurisce in quei settanta giorni in cui viene caricato, ma è un tassello di una programmazione aziendale che è la base della nostra attività agricola e della produzione dei prodotti tipici locali. Se viene meno questo, il sistema rischia di saltare in aria», la previsione di Murada.
«Così come è inutile parlare di turismo, di valorizzazione delle produzioni agroalimentari, di ambiente e della sua protezione, di tutela della montagna e del suo paesaggio, di prospettiva per le nuove generazioni e di rilancio economico se poi cediamo alla tentazione di qualche euro in più. Perché non è sempre vero che “pecunia non olet”». E conclude: «Siamo convinti, che tra cinque anni a fine Pac (Politica agricola comune) queste aziende arrivate da fuori provincia saluteranno la nostra valle, perché “finiti soldi, finito amore” e noi resteremo con i nostri alpeggi deserti e con le aziende agricole locali ormai chiuse da anni».
© RIPRODUZIONE RISERVATA