Alla ricerca di giovani super-tecnici. Il 62% è ancora difficile da trovare

Its e apprendistato sono i nuovi modi di fare recruiting delle aziende: i due percorsi formativi consentono di inserire le competenze più richieste dal mercato del lavoro. Ma ad oggi i diplomati sono ancora pochi

La difficoltà nel trovare lavoratori qualificati si conferma uno dei problemi più complessi da risolvere per le imprese, anche per quelle lombarde. Tanto che ormai le difficoltà di recruiting sono tra le maggiori preoccupazioni delle aziende quando guardano al futuro.

A pesare è soprattutto la difficoltà a intercettare i giovani, soprattutto quelli con le caratteristiche richieste dal mercato del lavoro. Se infatti tra il 2018 e il 2023 il tasso di occupazione giovanile nella fascia 15-29 anni a livello nazionale ha fatto segnare un +3,9%, il dato più alto degli ultimi anni, a crescere ancora di più è stato lo skill mismatch, ovvero la distanza tra le competenze dei giovani lavoratori e le abilità richieste per ricoprire determinati ruoli. Proprio a causa di questo, a giugno, secondo dati Unioncamere a livello nazionale la difficoltà di reperimento da parte delle imprese di profili professionali under 30 è stata di circa il 48%, con picchi ben oltre il 60% per quanto riguarda alcune specifiche figure professionali. Gli Its e il Pnrr Una risposta concreta a questa emergenza è rappresentata dagli Istituti Tecnologici Superiori (Its Academy), percorsi biennali post-diploma svolti in collaborazione con le imprese e altamente professionalizzanti. Grazie agli investimenti previsti dal Pnrr gli Its godono di una rinnovata attenzione. Per favorirne la crescita sono stati assegnati alle Fondazioni Its circa 1,5 miliardi di euro, nella convinzione che questi percorsi formativi possano già oggi rappresentare uno strumento efficace per le aziende nel provare a risolvere il problema della mancanza di lavoratori, soprattutto per quanto riguarda tecnici e operai altamente specializzati.

Sempre secondo il bollettino mensile di giugno 2024 firmato Unioncamere, sono risultati difficili da trovare ben il 62% dei diplomati Its Academy. Percentuale che raggiunge il 74,3% nel caso dei tecnici specializzati nei percorsi dell’area meccanica e il 68,8% in quelli dell’area Ict (i due indirizzi Its più richiesti). Sono ancora troppo pochi, quindi, i diplomati Its, e molto richiesti. Imprese e recruiting: la ricerca A causa delle difficoltà riportate viene oggi chiesto a diversi attori, tra cui proprio le imprese, di ripensare radicalmente le proprie strategie di recruiting. Dalla ricerca Skill Alliance, condotta da Fondazione Adapt e Intesa Sanpaolo e incentrata sul mondo degli Its e sull’apprendistato, sono emersi alcuni spunti interessanti a proposito di come intervenire per favorire il dialogo e l’incontro tra giovani e imprese. In particolare, secondo la ricerca, la struttura e la governance del sistema Its favoriscono una relazione tra Fondazioni e imprese che apre alla possibilità, per queste ultime, di esplorare nuovi modi per trovare le figure professionali che più di altre mancano sul mercato del lavoro. Si tratta di un approccio che passa sia attraverso l’ordinaria, ma fondamentale, partecipazione attiva delle imprese nella governance delle Fondazioni, sia dall’impiego e dalla valorizzazione dell’apprendistato di alta formazione e ricerca per il conseguimento del diploma.

Le imprese, che insieme alle Fondazioni contribuiscono alla definizione dei programmi formativi curvando le professionalità in uscita si inseriscono in un sistema che permette loro di agire in modo mirato, intervenendo direttamente sulla capacità del sistema formativo di trasmettere le competenze richieste dal mercato del lavoro. In questo modo, individuati a monte i fabbisogni formativi, il sistema agisce in modo estremamente efficace grazie all’adattabilità e alla flessibilità che lo contraddistingue. Il contributo attivo delle imprese nei partenariati delle Fondazioni è ancora più significativo quando queste mettono a disposizione spazi e macchinari per le attività laboratoriali, oppure quando queste forniscono i docenti incaricati di trasmettere, privilegiando un approccio pratico e concreto, agli studenti le conoscenze necessarie. Anche i docenti provenienti dai contesti aziendali, che siano manager, dipendenti o liberi professionisti, oltre a fare la differenza dal punto di vista didattico, possono incidere in modo significativo sul recruiting delle imprese: durante i momenti spesi in classe o nei laboratori emergono infatti caratteristiche come la capacità di lavorare in gruppo, il modo di porsi di fronte a errori o fallimenti, la capacità di ascolto e tutta una serie di skills utili sul posto di lavoro.

Un secondo modo per le aziende di ridurre le difficoltà nel trovare i profili necessari è quello di investire sull’apprendistato di alta formazione e ricerca negli Its. È emerso infatti come l’apprendistato di terzo livello si riveli uno straordinario strumento per anticipare i processi di recruiting, grazie ad alcuni elementi in particolare. Il primo tra questi è la fiducia che si crea tra l’apprendista e l’impresa che lo assume: l’apprendistato si configura come un contratto di lavoro vero e proprio, ma prevede una forte componente formativa e un costante monitoraggio da parte dei tutor coinvolti. Questi due fattori contribuiscono a far sentire lo studente al centro di un progetto di lungo periodo, che si discosta in modo sostanziale dall’incertezza (formativa e occupazionale) che caratterizza i tirocini. Un altro elemento decisivo risiede nel fatto che la programmazione e la gestione dell’apprendistato obbliga il sistema formativo e le imprese a dialogare, confrontarsi e condividere know how ed esperienze. Il coltivare e approfondire queste relazioni contribuisce a creare un sistema sempre più funzionale e dinamico, pronto a formare i profili richiesti e anticipando, quando possibile, i trend evolutivi del mercato, sia dal punto di vista tecnologico che occupazionale.

Una maggiore efficacia confermata anche dai dati rilevati durante la ricerca Skill Alliance, con un placement a 12 mesi per gli studenti che hanno svolto un periodo in apprendistato pari all’86%, contro l’81% di chi ha intrapreso un normale tirocinio. Gli Its e le imprese, anche attraverso l’apprendistato possono quindi rispondere con efficacia alle sfide in termini di recruiting che sempre più spesso rappresentano un vero e proprio freno alla crescita e alla sostenibilità sociale ed economica del Paese. Per rispondere a questa sfida è però imprescindibile una collaborazione propositiva da parte delle imprese e un certo livello di flessibilità da parte delle Fondazioni. L’apprendistato è uno strumento che non si propone di risolvere lo skill mismatch, un problema che ha radici profonde di natura demografica, culturale ed economica, ma che può certamente contribuire a ridurne sensibilmente gli effetti negativi sulla società nel suo insieme.

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