Economia / Morbegno e bassa valle
Giovedì 21 Gennaio 2021
Agriturismi, filiera al collasso
Non si sa dove mettere i prodotti
Nelle dispense continuano a essere stoccati i prodotti delle aziende agricole che rimangono invenduti
Covid-19, i terribili contraccolpi sull’economia del food Made in Italy, In Valtellina arrivano tutte le conseguenze dello stato di zona rossa in vigore in tutta la Lombardia, soffre la filiera, mentre diventa pesante e sempre più ardua la situazione negli agriturismo.
Ieri è stata Coldiretti a Sondrio a lanciare l’allarme. «Dopo il ritorno della Lombardia in zona rossa - ha sottolineato con accenti pressanti Silvia Marchesini, presidente provinciale dell’ente – cala un’ulteriore preoccupazione su un quadro già gravemente compromesso. Viviamo in emergenza – ha proseguito – sull’intero settore si avverte la mazzata. Le aziende sono in ginocchio. Chi lavora nel comparto lattiero caseario come in tutto l’agroalimentare valtellinese e chiavennasco – precisa poi - sta affrontando una situazione davvero senza precedenti, uno scenario di acuta criticità e uno sconvolgimento tale, che solo dodici mesi fa non avremmo mai potuto nemmeno immaginare».
Si parla di «ripercussioni a catena sul Made in Valtellina e di perdite che si riverberano dalla provincia di Sondrio all’Italia intera». Tutto il Made in Italy frena e stenta con vino e cibi invenduti per un valore stimato in 9,6 miliardi nel solo 2020. Per il turismo rurale la situazione è drammatica, gli operatori si vedono in scacco come produttori e chiusi come ristoratori.
«L’epidemia avanza ma le perdite si accumulano, così come le derrate alimentari – ha affermato Angelo Cerasa, agricoltore, operatore agrituristico e presidente di Terranostra Sondrio -. Ricordiamo che ognuna delle nostre strutture è collegata ad un’azienda agricola che non può fermare le proprie produzioni, il latte deve essere munto quotidianamente, trasformati formaggi e salumi. È un ciclo perfetto che si completa con la somministrazione al pubblico in agriturismo. Noi, di fatto, non possiamo sospendere le produzioni, ma dobbiamo invece fare i conti con dispensa e cantina in cui i prodotti continuano a dover essere stoccati. E a questo va trovata una soluzione urgente, vi è un tempo fisiologico per il consumo che va assolutamente rispettato. Perdurando la situazione, il problema delle scorte accumulate diventerà enorme».
Per di più ancora non si sa quanto ancora potranno durare le restrizioni: «Il contesto, anche dal punto di vista dell’epidemia – ha annotato Cerasa –, sembra addirittura in peggioramento, quindi certamente le prossime settimane, anche per noi, saranno ancora durissime. Dovremo resistere, e la capacità di resistenza varia ovviamente da struttura a struttura. Dipende da molti fattori, ci siamo noi, i dipendenti, le loro famiglie. Con la zona rossa la stagione invernale appare ormai compromessa e nemmeno la prossima scadenza per la riapertura degli impianti sciistici può essere presa come una certezza. In questo modo la sostenibilità economica delle strutture agrituristiche è a rischio».
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