Economia / Tirano e Alta valle
Lunedì 06 Novembre 2017
Acque minerali, dati interessanti dallo stabilimento Levissima
Nel 2015 lo stabilimento di Cepina ha prodotto 774milioni di pezzi, poi è salito nel 2016 a 797 milioni e nel 2017 si prevedono 850milioni di pezzi
Cresce il comparto della bresaola, ma anche dalle acque minerali arrivano dati decisamente interessanti. Lo conferma Vittorio Boscacci dopo i recenti incontri con la direzione di Levissima, azienda del gruppo San Pellegrino Nestlè waters con sede a Cepina in Valdisotto.
«Nel 2015 Levissima ha prodotto 774milioni di pezzi, poi è salita nel 2016 a 797 milioni e nel 2017 si prevedono 850milioni di pezzi - riferisce Boscacci, segretario della Flai che nelle recenti elezioni della Rsu ha raccolto il 58% dei consensi -. Nel 2018 si vuole tentare di superarli, ben sapendo che gli ultimi due anni sono stati climaticamente fortunati. C’è un altro aspetto importantissimo: Nestlé waters ha annunciato di investire 20 milioni di euro nel triennio 2017-19». Levissima ha 209 operai fissi, ai quali si affiancano circa 100 persone, alcuni dei quali assunti dall’azienda e altri da agenzie di somministrazione. «Grazie all’innalzamento dei volumi, la lunghezza dei contratti è cresciuta. Prossimamente, esigenze organizzative dettate dall’installazione di nuove linee produttive determineranno un’intensificazione del contributo dei lavoratori a tempo determinato».
Ma intanto la strada che porta alla fabbrica della Frisia, situata a Santa Croce di Piuro, nella parte italiana della Val Bregaglia, è invasa dalla vegetazione. Il cancello è chiuso da un lucchetto ed è ormai arrugginito. Degli autotreni che per decenni hanno trasportato verso Milano e tante altre città del Nord Italia le bottiglie delle fonti Frisia e Bernina non c’è più traccia. Nel piazzale, al fianco di migliaia di casse vuote, è rimasto solo un vecchio furgone con le ruote a terra. La crisi della società, che per decenni aveva prodotto acqua e bibite, è esplosa nel 2012. Da quel momento si sono registrati l’interruzione dell’attività, il fallimento e il licenziamento dei dipendenti.
Il tribunale di Sondrio ha promosso varie aste per cercare un acquirente e fare ripartire le linee. In occasione della prima, per acquistare le fonti, i marchi e il sito produttivo erano necessari oltre 4 milioni di euro. Poi, gara dopo gara, si è scesi a circa due. Ma nonostante la riduzione del prezzo e l’interesse manifestato da vari imprenditori, nessuno ha presentato offerte adeguate al curatore fallimentare. «Ci sono stati tanti tentativi, purtroppo ad oggi non abbiamo nulla di concreto. Quest’azienda ha comunque delle ottime opportunità grazie alla qualità delle fonti». In questo periodo si sta lavorando per il progetto Interreg H2Opportunity, che mira a contrastare la perdita di competitività dell’area transfrontaliera, rilanciandone un prodotto storico e identificativo: la produzione di acqua minerale e di birra dalle Sorgenti Bernina e Frisia, a Piuro. Per ora i partner non commentano, ma presto se ne saprà di più.
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