Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 26 Aprile 2017
«Acqua e frutteti, scelta responsabile»
Alcuni produttori avevano lamentato una «non equità nelle scelte e una pesante carenza idrica». Il presidente del consorzio pluri-irriguo replica: «Ridotta l’irrigazione a Ponte per far funzionare l’anti brina».
Parla di «scelta di responsabilità» il presidente del consorzio pluri-irriguo Sponda Soliva, Gianluigi Quagelli, in merito alla distribuzione dell’acqua, proveniente dalla Valfontana e destinata ad irrigare, in parte, i frutteti della zona di Tresivio-Ponte-Chiuo e, in parte, quelli di Villa di Tirano e Bianzone (questi ultimi attraverso il laghetto di Somasassa a Teglio dove l’acqua viene convogliata come riserva).
In sostanza, il consiglio di amministrazione ha deciso di diminuire la quantità di acqua destinata al Pontasco per “privilegiare” i frutteti di Villa-Bianzone, dove la necessità di acqua è maggiore per far funzionare l’impianto antibrina presente in quelle aree (e non nel Pontasco). Parole, quelle di Quagelli, che si scontrano con le proteste di alcuni frutticoltori di Ponte – di cui si è fatto portavoce Sandro Bambini – che, al contrario, parlano di un criterio di «non equità» e lamentano una pesante carenza idrica che va ad aggiungersi ai danni già provocati dal gelo dei giorni scorsi.
«L’impianto irriguo Sponda Soliva presenta storicamente due grossi limiti di funzionamento – precisa Quagelli -. Il primo è che è possibile convogliare acqua dal torrente Valfontana al bacino di Somasassa, ma non è possibile il contrario. In secondo luogo i comizi (parti in cui il comprensorio irriguo è suddiviso, nda) per funzionare hanno bisogno di una portata minima di acqua di 350 litri al secondo, il comizio antibrina, invece, consuma 800 litri di acqua al secondo». Il problema è che, in questo contesto di primavera, per la scarsa portata del Valfontana non è possibile irrigare i frutteti di Ponte, non essendoci un bacino di riserva. «Quest’anno le cose sono andate un po’ meglio, visto che si sono registrate temperature elevate a inizio di aprile – prosegue il presidente -. Tant’è che siamo al terzo turno irriguo, sia pure limitato per ore anche a Ponte».
Venendo all’ultima settimana e agli squilibri lamentati da Bambini, Quagelli replica che si era deciso di far funzionare l’impianto di Ponte in Valtellina per dodici ore e analogamente per Villa di Tirano. Poi è arrivato il gelo. Due sarebbero potute essere le decisioni da prendere a fronte del problema.
«Si poteva mantenere il programma già deciso – ipotizza Quagelli -, ma in quel caso non ci sarebbe stata acqua sufficiente per far funzionare l’impianto antibrina che consuma 800 litri di acqua, a fronte di un’entrata nel bacino di 500 litri. I frutteti di Villa e Bianzone sarebbero gelati. Oppure, seconda strada, si poteva ridurre da dodici a sei o sette ore l’irrigazione a Ponte consentendo comunque anche il funzionamento dell’antibrina. La deputazione di Sponda Soliva, da me convocata d’urgenza lunedì mattina, si è espressa per questa seconda responsabile opzione. Io credo che sia stata una scelta responsabile». Relativamente all’obiezione di Bambini che lamenta il fatto che alcune piantine nuove di melo, a causa della carenza idrica, siano seccate, Quagelli aggiunge che nella sua piccola azienda agricola di famiglia «quest’anno ho messo a dimora duemila nuove piantine di mele rockit – conclude -. Innegabile l’esigenza di acqua, ma per ora nessuna pianta si è seccata».
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