Economia / Morbegno e bassa valle
Martedì 03 Dicembre 2024
A un mese dall’incendio allo stabilimento Carcano di Delebio l’attività è ancora ferma. Appello di Confindustria
«Comprendiamo e condividiamo l’esigenza di condurre indagini approfondite, tuttavia il blocco prolungato della produzione rischia di impattare ancora più gravemente sull’azienda e sull’occupazione di quanto non abbia già fatto l’incendio».
A poco più di un mese dal rogo che il 31 ottobre è divampato nello stabilimento Carcano di Delebio, senza alcuna ricaduta sulle persone, ma danneggiando gravemente un macchinario attorno al quale ruota il processo produttivo, l’attività è ancora ferma: l’impianto sotto sequestro da parte delle autorità che indagano e il progetto di ripristino al palo. Motivo per cui il Direttore generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori lancia un appello che è anche un grido d’allarme per l’intera produzione di Carcano.
Lo stabilimento di Delebio è infatti uno dei tre di Carcano dislocati fra la provincia di Sondrio e quella di Lecco. E’ qui, in Bassa valle, che vengono prodotti i fogli sottili in alluminio destinati sia ai clienti che operano nel mercato del packaging flessibile, farma e food in primis, sia ai due stabilimenti del gruppo di Mandello del Lario e Andalo Valtellino. L’interruzione del flusso produttivo ha dunque generato pesanti ricadute sull’attività di tutti e tre gli stabilimenti e, di conseguenza, sulla fornitura a clienti storici dell’azienda in Italia - il mercato nazionale rappresenta circa il 40% del totale - e all’estero.
«L’evento - ribadisce Sirtori - non ha comportato danni alle persone, ma al macchinario sì, tanto che si stima che i lavori di ripristino possano ragionevolmente richiedere un tempo compreso tra gli otto e i dieci mesi». Non poco.
Un periodo nel quale, per sopperire alla non disponibilità del macchinario, Carcano acquisterà da terzi il semilavorato prodotto dalla macchina danneggiata, con un elevato aggravio di costo che non potrà essere fatto pagare dai clienti a valle.
«Ad oggi - prosegue Sirtori - nonostante non ci siano stati danni alle persone la macchina è ancora sotto sequestro giudiziario, per il completamento delle indagini da parte del Pubblico ministero e degli ufficiali di Polizia giudiziaria investiti del caso. Naturalmente comprendiamo e condividiamo l’esigenza di condurre indagini approfondite, tuttavia il blocco prolungato della produzione rischia di impattare ancora più gravemente sull’azienda e sull’occupazione». I tempi di ripristino che l’azienda vorrebbe perseguire non paiono infatti compatibili con le esigenze istruttorie, dalle quali peraltro non ci si attende possa emergere niente di diverso da un evento generato dal malfunzionamento di un componente dell’impianto, la cui rimessa in funzione sarà a totale carico dell’azienda assieme al costo dei ritardi legati al prolungato sequestro, con grave danno non solo per l’azienda, ma anche per tutti i lavoratori, per i quali è già stato attivato il ricorso alla Ciao.
«Ci appelliamo alle autorità incaricate affinché si possa tenere conto di tutti questi fattori - conclude Sirtori - procedendo speditamente con la conclusione dell’iter delle indagini e con il dissequestro, affinché Carcano possa provvedere al ripristino del macchinario e riprendere regolarmente le attività».
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