A Lecco il mattone tira ancora: «Ma i numeri non sono quelli dei portali»

Lecco

Matteo Zambaldo, presidente di Fimaa Confcommercio Lecco, esprime forti riserve riguardo ai dati recentemente diffusi da Immobiliare.it sul mercato immobiliare lecchese.

Secondo l’analisi della piattaforma, i valori medi delle abitazioni in vendita a Lecco hanno mostrato incrementi anche significativi, come un 13,4% in più sul valore al metro quadrato rispetto all’anno precedente. Inoltre, un altro dato rilevante riguarda la domanda di immobili, cresciuta del 38,8% nel comune di Lecco. Ma Zambaldo non ha dubbi: «Sono numeri che non rispecchiano appieno la realtà del mercato».

Il presidente di Fimaa Lecco ritiene che, purtroppo, molti dei dati pubblicati non corrispondano all’effettiva situazione che lui osserva quotidianamente nel mercato locale. «I dati più affidabili provengono dalle conservatorie e dall’Agenzia delle Entrate, non da piattaforme che possono dare un’idea parziale», commenta Zambaldo. Secondo il professionista, i dati ufficiali delle compravendite, che si basano sulle transazioni effettivamente concluse e registrate, sono quelli che rispecchiano meglio lo stato del mercato, mentre le statistiche derivanti da ricerche online, pur se utili, non offrono un quadro completo. Nonostante i dati di Immobiliare.it non coincidano con la realtà percepita, Zambaldo conferma che il mercato immobiliare lecchese sta vivendo una fase di attività, con prezzi leggermente in aumento rispetto all’anno precedente.

Questo incremento si nota soprattutto nelle vendite di nuove costruzioni, che trainano il settore. «Il nuovo è sicuramente uno degli aspetti più dinamici del mercato, con una domanda che è in lieve aumento, ma non a livelli esagerati», spiega Zambaldo. Tuttavia, ciò che risalta nella sua analisi è la differenza tra le zone centrali e quelle più periferiche di Lecco. «Le zone centrali, come Castello e Pescarenico, sono quelle che registrano una maggiore richiesta, mentre altre aree soffrono maggiormente, specialmente quelle con immobili meno performanti dal punto di vista energetico», continua Zambaldo. Le abitazioni con un basso livello di efficienza energetica faticano ad attrarre acquirenti e in alcuni casi hanno visto una diminuzione della domanda. Per quanto riguarda gli affitti, Zambaldo osserva che la domanda è ancora elevata, ma ci sono segnali di un mercato che sta cambiando. La tendenza, infatti, è quella di una maggiore offerta, in particolare da parte di proprietari che hanno deciso di passare dall’affitto breve a quello tradizionale, una scelta che, secondo Zambaldo, viene spesso motivata dall’esperienza: «Molti proprietari che provano a gestire l’affitto breve in modo autonomo si rendono conto che la gestione è più complessa di quanto sembri e quindi preferiscono affidarsi a un professionista». Il mercato degli affitti tradizionali, sia con contratti a lungo termine (4+4) che transitori (12 mesi), è quindi in crescita, anche se la gestione professionale resta un elemento fondamentale per ottenere buoni risultati.

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