Cronaca / Morbegno e bassa valle
Domenica 28 Luglio 2013
Zecca: «Mai dato
mazzette a Barri»
L’imprenditore di Cosio racconta tutto al Gip. Scena muta per Ferré e Bonacina
Confermato l’obbligo di dimora per 4 mesi ma tutti potranno recarsi al lavoro
L’obbligo di dimora è stato confermato per tutti, anche per chi non si è avvalso della facoltà di non rispondere. E chi ne ha fatto richiesta si è visto “allargare” le maglie del provvedimento: potranno recarsi al lavoro anche se la loro ditta si trova in un territorio diverso da quello di residenza.
Questa la decisione presa dal gip Fabio Giorgi che ieri ha ultimato gli interrogatori degli imprenditori della Bassa Valle indagati per corruzione: sette in tutto, ma sono sei le persone sentite a Sondrio perché Enio Bigiolli (del ’52) si dovrà presentare in Tribunale a La Spezia, comune dove ora risiede.
Anche Silvio Bonacina (classe 1971, commerciante nel settore dei carburanti) e l’impresario edile Camillo Ferrè (1978) così come avevano fatto venerdì Marco Cerati (classe 1975, titolare di una ferramenta) e Giordano Valena (del ’56, imprenditore nel settore del legno), si sono avvalsi ieri della facoltà di non rispondere.
Non così ha fatto “Gigi”, Gianluigi Zecca – classe ’58, titolare della “Zecca prefabbricati” di Cosio Valtellino – che ha chiesto di raccontare la sua verità, come del resto ha fatto il giorno prima Paolo Trussoni (del ’46), amministratore della storica azienda di famiglia a Dubino, che commercializza in bibite.
«Macché corruzione e mazzette. Primo: non ho mai versato un soldo a Barri. Secondo.: non sono certo stato io a chiedere al sindaco “un favore”, ma semmai è lui che ha bussare alla mia porta. E non l’ho nemmeno lasciato finire di parlare... Quando mi ha fatto capire che avrei rischiato grosso con il Pgt ho subito alzato la voce… “.
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