Cronaca / Merate e Casatese
Giovedì 25 Luglio 2013
Verderio: Agostino Ferrari in sciopero
«Tutti i dipendenti vogliono una tutela»
I 203 dipendenti della Agostino Ferrari hanno presidiato per due ore i cancelli della loro fabbrica, anche se molti di loro già da due settimane non stanno più lavorando.
L’azienda fondata nel 1947, leader mondiale nella realizzazione di cerniere e accessori per mobili, con due siti produttivi (uno a Verderio Superiore con 148 dipendenti e l’altro a Carvico con 55 dipendenti), ha messo in liquidazione l’ attività lo scorso 17 luglio e, mediante l’assemblea straordinaria dei soci, ha deciso di cessare totalmente l’attività. Adesso ci sono una decina di dipendenti che stanno ultimando le ultime consegne e poi a fine mese le macchine verranno spente. Il problema è quello che succederà a settembre. La proprietà ha annunciato che aprirà una new co, la Adelchi Ferrari, che proseguirà l’attività, ma solo con 85 dipendenti e, in base alla ricostruzione dei sindacalisti, non c’è alcuna intenzione di cercare una soluzione per chi resterà fuori dall’azienda.
I lavoratori sono tutti in cassa integrazione straordinaria per sei mesi. Finito questo periodo c’è una remota speranza di attivare un’altra annualità di cigs, ma se così non fosse, i dipendenti entrerebbero subito in mobilità. «Nonostante numero incontri l’azienda non vuole farsi carico di trovare una soluzione per tutti i 203 dipendenti – dice Domenico Alvaro della Fiom, che sta seguendo la vicenda insieme a Pierangelo Arnoldi della Fim – perché dice che non ci sono le risorse per altre soluzioni meno drammatiche per la forza lavoro». Infatti la direzione aziendale ha preso la decisione di cessare l’attività a seguito della progressiva riduzione del fatturato, connessa alla generale crisi dell’economia.
«Nonostante alcune iniziative adottate in questi anni, per cercare di recuperare efficienza e competitività attraverso la riduzione dei costi, l’innovazione di prodotto e la ricerca di nuovi mercati, l’azienda sostiene che la situazione si è ulteriormente aggravata nei primi mesi del 2013», i sindacati hanno inoltre riferito che l’azienda <ha deciso di ricorrere alla procedura di concordato preventivo».
A perdere il posto saranno 120 dipendenti.
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