Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 18 Novembre 2014
Vendemmia, bilancio in chiaroscuro
Prevostini: «La pioggia ha pesato molto, ma tra i produttori la situazione varia a seconda delle zone». Murada: «Uve raccolte ridotte quasi del 50% rispetto all’anno scorso, il Nebbiolo però ha tenuto».
Annata 2014, vendemmia da ricordare o da dimenticare per il vino valtellinese? Abbiamo provato a dare delle risposte cercando di sondare gli umori e gli animi tra i protagonista della Valtellina vitivinicola. Tra i produttori i pareri sono discordi e ci sono due situazioni sicuramente particolari, quella di Ar.Pe.Pe. che vista quantità e qualità delle uve ha deciso di declassare tutta la produzione a Rosso di Valtellina, e quella della cantina Negri che ha dovuto rinunciare alla produzione di Sforzato, che danno un chiaro indice di come sia andata l’annata.
Mamete Prevostini, presidente del Consorzio Tutela e Promozione Vini di Valtellina ripercorre le tappe del 2014. «Partendo dall’inizio dell’anno, già in primavera abbiamo dovuto fare i conti con la nottua, un bruco defogliatore che ha fatto molti danni specie nelle ore notturne. Alcuni produttori sono riusciti con dei trattamenti a ridurre i danni provocati, riuscendo a salvaguardare una parte del raccolto. Sicuramente le condizioni climatiche hanno pesato molto sull’andamento della vendemmia. In linea di massima un’annata molto difficile, piovosa, sicuramente dal punto di vista quantitativo avremo delle quantità ridotte e limitate, stiamo raccogliendo i dati che saranno ufficiali dopo la riunione del consiglio di mercoledì». Proprio in un anno difficile come il 2014, quale deve essere il ruolo del Consorzio? «Il nostro è un ruolo di tutela e di promozione del vino valtellinese - continua Prevostini- quindi ogni scelta, ad esempio quello di declassare la produzione e le denominazioni Docg, spetta al singolo produttore che prende delle decisioni in completa autonomia. Chiaramente il rispetto del disciplinare avviene attraverso un controllo di idoneità con un organismo di controllo e di verifica che rilascia un ok a seconda del caso. Posso dire che alcuni produttori sono soddisfatti del lavoro fatto, nonostante una riduzione importante delle quantità, ma le uve arrivate in cantina in molti casi erano buone con livelli di acidità interessante e le prime vinificazioni parlano di un prodotto comunque interessante».
Graziano Murada, direttore della Fondazione Fojanini, vede una situazione migliore in Valtellina rispetto ad altre zone. «Non sarà la vendemmia del secolo quella del 2014, ma chi ha lavorato bene e in modo attento potrà avere dei buoni risultati, sicuramente per la Valtellina una stagione più positiva rispetto a tutto il nord Italia, chiaramente poi le scelte vengono prese da ogni singola realtà aziendale».
«Da un punto di vista tecnico - aggiunge - la situazione presentata in cantina sembrerebbe confortante, al di là dell’insetto che ha colpito specialmente nella media valle, avevamo riscontrato un’annata scarsa già in fase di fioritura con un calo di produzione stimata non indifferente, con un peso medio grappolo basso e una riduzione tendenzialmente tra il 20 il 30% rispetto all’anno precedente, riduzione che in sede di vendemmia è arrivata al 50%, anche se sono curioso di vedere i dati ufficiali del Consorzio che riguarderanno i dati di tutte le produzioni conferite, al netto dell’auto-consumo che rappresenta ancora il 50% della produzione complessiva».
Sanità delle uva e maturazione disomogenea, le uve visionate dalla Fondazione Fojanini erano tutte buone, con una spiccata acidità, merito anche del vitigno. «Ancora una volta credo che la differenza l’abbia fatta il Nebbiolo- chiude Murada- abbiamo la fortuna di lavorare un vitigno straordinario che ha confermato un adattamento alla realtà consolidata, mentre i vitigni autoctoni si sono rilevati più fragili».
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