Cronaca / Tirano e Alta valle
Martedì 30 Luglio 2013
Valmasino presa d’assalto
E super lavoro per il 118
Numerosi gli interventi di soccorso necessari nel weekend
Gli esperti accusano gli escursionisti di colpevole imprudenza
Valli e località di montagna affollatissime lo scorso weekend. Tante le famiglie e gli escursionisti che hanno lasciato la calura delle città per raggiungere la Valmasino, una delle mete più gettonate durante la bella stagione per la varietà degli itinerari e la possibilità di praticare anche il sassismo e il free climber sulle spettacolari pareti di granito che hanno valso alla Val di Mello l’appellativo di piccola Yosemite. E con tanta gente in circolazione anche il soccorso alpino della Valmasino e l’elisoccorso del 118 hanno avuto di che lavorare, per andare a recuperare gli escursionisti in difficoltà.
Domenica nel primo pomeriggio l’allarme è scattato dalla zona del rifugio Omio. L’elicottero è partito da Caiolo per andare a recuperare un escursionista con una caviglia rotta.
Sabato sera, dopo le 21, il sos è arrivato da due escursioniste brianzole, impegnate nella discesa dal rifugio Gianetti. In aiuto delle due signore sono partiti a piedi sette volontari del soccorso alpino della Valmasino. La squadra ha raggiunto le due donne e imbarellato una signora di 69 anni di Seregno che non riusciva più a camminare, anche a causa di un problema ad un ginocchio (la donna indossava un tutore). La turista è stata portata a valle in barella fino al parcheggio dei Bagni Masino. L’intervento si è concluso verso le 24.
«Ci sono troppi escursionisti imprudenti - afferma il caposquadra del soccorso alpino della Valmasino Gianni Zappa - persone che non si rendono conto delle difficoltà dei tracciati e dei tempi di percorrenza e che forse non sono adeguatamente preparate, dal punto di vista fisico per affrontare tante ore di cammino».
Il consiglio, dunque è quello di calibrare l’itinerario sulle proprie capacità e il livello di allenamento, prima di imbarcarsi in una gita che potrebbe anche finire male, o come in questo caso, trovarsi di fronte all’impossibilità a proseguire. «Questi interventi si potrebbero benissimo evitare se ci fosse una maggiore attenzione da parte di chi frequenta la montagna, anche perché gli interventi di soccorso hanno un costo e necessitano l’impiego di parecchi volontari».
E c’è chi arriva a proporre il pagamento degli interventi di soccorso, come avviene nella vicina Svizzera o in Trentino Alto Adige, nei casi con conseguenze non gravi, come deterrente alle partenze troppo disinvolte. Sempre sabato ci sono stati altri due interventi con l’eliambulanza: al mattino allo Spigolo Vinci per recuperare un escursionista, l’altro nel pomeriggio per un malore, in località Rasica, in Val di Mello.n
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