Cronaca / Circondario
Venerdì 21 Novembre 2014
Valmadrera: Altof annuncia la chiusura
I dipendenti lanciano un appello
Un’altra crisi si sta aprendo nel territorio. Un altro baratro occupazionale: se non dovesse arrivare una soluzione, i 34 dipendenti della Altof entreranno subito in mobilità
L’annuncio di Emilio Castelli, sindacalista della Fim, è netto: «Poco più di un mese fa, era il 17 ottobre, la Altof ha formalizzato la decisione di avviare un percorso di liquidazione della società, con cessazione della produzione e conseguente perdita di 34 posti di lavoro».
Un’altra crisi si sta aprendo nel territorio. Un altro baratro occupazionale: se non dovesse arrivare una soluzione, i 34 dipendenti della Altof entreranno subito in mobilità (la cassa integrazione viene concessa solo in presenza di una prospettiva di ripresa della produzione).
A finire dentro l’ennesimo dramma occupazionale sono i 34 dipendenti della Altof di Valmadrera che si appellano agli imprenditori del territorio perché si facciano avanti e rilevino l’azienda. Ieri, nella sede sindacale di via Besonda, i componenti delle rsu Altof, Italo Ventrella, Danilo Colombo e Arturo Guerrero, con Castelli e Fabio Anghileri (Fiom) hanno presentato la situazione. «Siamo un’impresa - hanno sottolineato - che in quarant’anni di attività ha conquistato la fiducia del mercato e che continua ad avere ordini e lavoro. Siamo attivi nella produzione e montaggio di raccorderie e centraline oleodinamiche. Da sempre, il nostro punto di forza è la flessibilità produttiva e la capacità di risolvere i problemi che il cliente ci presenta. Abbiamo anche un servizio al banco: il cliente arriva con il guasto e siamo in grado di ripararlo subito. Per le caratteristiche dell’attività, siamo convinti che la nostra fabbrica possa e debba avere un futuro. Ci sono senz’altro - continuano i dipendenti delle rsu - imprenditori che possono rilanciare la nostra attività».
Fabio Anghileri aggiunge: «All’interno della Altof c’è un patrimonio di esperienze e competenze che sarebbe un delitto disperdere. Questa è un’azienda che deve avere un futuro. Per dire, fino a luglio scorso, alla Altof si lavorava in straordinario, e negli ultimo tre anni, si sono fatte 30mile ore di straordinario». I rappresentanti dei lavoratori sono convinti che la Altof possa essere rilevata anche da più imprenditori tra loro associati: «I nostri clienti, per la qualità del servizio e dei prodotti che forniamo loro, hanno interesse dare continuità alla nostra attività che nel territorio non è facile da trovare in altre imprese».
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