Cronaca / Circondario
Giovedì 14 Novembre 2013
Valgreghentino: cessione Algat
Tre le offerte per rilevare il gruppo
Ci sono tre imprenditori interessati al gruppo Algat, ma per ora il curatore non scioglie le riserve
e i dipendenti lecchesi restano nel limbo
Il gruppo Algat è entrato in fallimento questa estate, coinvolgendo le tre sedi di Cuneo (200 dipendenti), Torino (100 dipendenti) e Valgreghentino (57 lavoratori). Il curatore della procedura ha avviato un’asta per la vendita delle aziende che, nonostante il fallimento, restano attive, avendo importanti commesse anche per il gruppo Fiat.
A Torino si è tenuto in incontro fra la curatela e i sindacati: «Le trattative sono riservatissime - spiega Elena Rossi della Fiom che ha seguito la vicenda con il collega Emilio Castelli della Uilm - e il curatore è in fase di valutazione dei tre interessamenti pervenuti dall’asta di vendita che si è da poco conclusa. Quindi per il momento non siamo in grado di sapere se ci sono possibilità anche per la vendita della sede Lecchese».
Inoltre non si è ancora sbloccata la questione dell’anticipo della cassa integrazione. Da tempo i sindacati chiedono al curatore alcuni documenti che consentirebbero ai lavoratori di ottenere l’anticipo della cassa integrazione da parte delle banche, tuttavia questi documenti non sono mai stati consegnati né ai sindacati, né ai dipendenti: «Permangono alcune difficoltà che non riusciamo a superare - spiega Rossi - Ma ci stiamo attivando per riuscire a raggiungere una soluzione».
Settimana prossima i sindacalisti indiranno un’assemblea con i 57 dipendenti di Valgreghentino per illustrare nel dettaglio le novità che il curatore ha raccontato nel corso dell’incontro: «Anche se in realtà per il momento non ci sono molte notizie sulle possibili soluzioni della procedura fallimentare. Comunque nell’incontro abbiamo ribadito l’importanza di mantenere l’occupazione». I dipendenti di Algat stanno continuando a lavorare seppure a regimi ridotti dal momento che l’azienda godrà fino al 31 dicembre di un regime di esercizio provvisorio garantito dal Tribunale: «Le ore non lavorate saranno pagate con la cassa integrazione, anche se l’approvazione di questo ammortizzatore sociale è ancora ferma al ministero, così come per molte altre pratiche. Sarà necessario attendere ancora qualche mese per il pagamento dall’Inps».
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