Cronaca / Circondario
Sabato 31 Maggio 2014
Valgreghentino: all’Algat
salvi 35 posti, 9 restano fuori
Siglato l’accordo sindacale con la nuova proprietà: cinque dipendenti accompagnati alla pensione
Mentre i rimanenti avranno un incentivo all’esodo
Si è conclusa la trattativa per la cessione della Algat di Valgreghentino ai torinesi di Cln Group, che l’hanno acquisita attraverso la loro controllata Mfb.
Una cessione complessa, segnata anche da momenti di tensione. Il sindacato e gli acquirenti si sono incontrati mercoledì e l’azienda inizialmente aveva presentato un documento penalizzante per i dipendenti, che sono subito usciti dai cancelli dell’azienda in segno di protesta, per evitare condizioni capestro.
Hanno appeso le bandiere della Fim e della Fiom ai cancelli e manifestato il loro dissenso, mentre all’interno le parti sociali discutevano animatamente. Poi, fortunatamente si è trovato l’accordo, e giovedì sera i nuovi contratti con i dipendenti sono stati siglati, nonostante la forte delusione e la preoccupazione di chi non è stato assunto. A raccontare com’è andata la trattativa sono i sindacalisti Elena Rossi (Fiom), Diego Riva (Fiom) ed Emilio Castelli della Fim Cisl: «In queste ore si è concluso l’iter di acquisizione della Algat da parte della Mfb, gruppo che fa capo alla Cln. Un percorso che ha visto la sigla di un accordo, siglato da Fiom e Fim, e che ha permesso di conservare 35 posti di lavoro, ma anche la messa in mobilità di 14 persone, cinque delle quali raggiungeranno, attraverso l’uso della cassa integrazione la pensione. Per gli altri nove lavoratori, l’accordo prevede un importante incentivo all’esodo e la possibilità di essere ricollocati in azienda o nel gruppo, qualora si verifichino le condizioni di espansione».
Un incentivo da 30 mila euro per chi resta fuori dalla trattativa. L’azienda farà il possibile per ricollocare i dipendenti, perché se troveranno loro un nuovo posto di lavoro (all’interno di Algat, oppure in una delle tante imprese che fanno parte del gruppo, oppure ancora in un’impresa a loro collegata) potranno non pagare a questi dipendenti la buonuscita, a patto che il posto di lavoro sia a tempo indeterminato e fornisca una serie di garanzie. «La trattativa ha visto momenti di tensione ma grazie alla professionalità di tutte le parti la tutela dell’occupazione è stata salvaguardata», dicono i sindacati, seduti al tavolo insieme a alla curatela Emanuela Bianchi, assistita dagli avvocati Francesco Fiocchi ed Emanuela Costa, oltre ai dirigenti del gruppo e l’avvocato Adelio Riva.
«Speriamo che presto anche le nove persone che oggi sono poste in mobilità trovino una collocazione perché è il vero obiettivo del nostro accordo. Ben vengano gli incentivi all’esodo, che aiutano ad affrontare questo momento, ma è la piena occupazione la vera vittoria», raccontano i sindacalisti. Le nove persone che perderanno il posto resteranno in carico alla vecchia Algat in fallimento fino a metà estate. Quando poi scadrà l’annualità di cassa integrazione riceveranno la lettera di licenziamento e accederanno alla mobilità, ricevendo parte di quell’indennizzo previsto da Cln.
© RIPRODUZIONE RISERVATA