Cronaca / Circondario
Sabato 14 Dicembre 2013
Valgreghentino: Algat non si ferma
Si lavora per almeno sei mesi
La Algat non si fermerà alla fine di quest’anno, perché il curatore della procedura fallimentare ha già inoltrato al Tribunale una nuova richiesta di esercizio provvisorio per altri sei mesi
La Algat di Valgreghentino non si fermerà alla fine di quest’anno, perché il curatore della procedura fallimentare ha già inoltrato al Tribunale di competenza una nuova richiesta di esercizio provvisorio che dovrebbe valere per altri sei mesi.
Nonostante nel Lecchese le notizie arrivino con il contagocce, perché le sedi principali della Algat si trovano in Piemonte, dove il gruppo ha due società, una a Torino con 200 dipendenti e una a Cuneo con altre 70 maestranze, si preannuncia una nuova continuità lavorativa anche per i 46 dipendenti della sede di Valgreghentino.
Infatti tutti i dipendenti si trovano in cassa integrazione straordinaria, procedura che per altro è stata avviata a luglio ma non è stata ancora approvata dal ministero e quindi i soldi non sono per il momento stati pagati dall’Inps ai dipendenti.
«Sappiamo che il curatore ha richiesto la proroga dell’esercizio provvisorio – spiega Elena Rossi della Fiom Cgil – Anche se si tratta di informazioni di seconda mano, dal momento che il contatto con il curatore ci risulta difficoltoso e infatti non siamo ancora riusciti a ottenere i documenti per l’anticipo della cassa integrazione dalle banche».
L’esercizio promissorio serve inoltre a non svalutare il prezzo dell’azienda all’asta. Infatti Algat è ancora in vendita e al momento ci sono tre imprenditori che se la stanno contendendo, tutti interessati alle commesse che l’azienda vanta nel settore dell’automotive e dal rapporto fiduciario che c’è fra questa azienda e Fiat. Va ricordato che in Europa - ma non in Italia - il mercato dell’auto è in ripresa. E gli effetti si dovrebbero sentire su tutta la filiera. Tuttavia la sede di Valgreghentino resta in bilico perché sembrerebbe che l’interesse degli imprenditori sia rivolto più alle due sedi piemontesi, mentre quella lecchese risulta marginale.
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