Cronaca / Tirano e Alta valle
Martedì 30 Luglio 2013
Val Pola, servono
altri interventi
A 26 anni dalla frana è stato inaugurato ieri il primo lotto dei lavori di sistemazione idraulica
Ma per mettere in sicurezza il versante sono necessarie opere per 12 milioni di euro e tre anni
Dopo ventisei anni da quel tragico 28 luglio 1987, ieri mattina è stato inaugurato il primo lotto dei lavori di sistemazione idraulica dell’area interessata dalla frana della val Pola, in Valdisotto.
Una cerimonia semplice, voluta così in primis dal primo cittadino di Valdisotto Alessandro Pedrini e dall’assessore regionale Viviana Beccalossi,che era presente insieme al collega sondriese Maurizio Del Tenno, semplice e con uno sguardo concreto al futuro affinché non si debba aspettare ancora un quarto di secolo per veder terminato il secondo lotto dei lavori.
La mattinata ha preso avvio nell’auditorium delle scuole dove l’assessore di Valdisotto Matteo Sambrizzi - che all’epoca aveva tredici anni - con slide e fotografie ha illustrato il radicale cambiamento della geografia di una vallata prima e dopo quel tragico evento. Quaranta i milioni di euro destinati al primo lotto dei lavori che ha previsto il movimento di ben 3,5 milioni di metri cubi di materiale al di sotto del corpo frana lungo un tratto di 3 chilometri e mezzo. Qui è stato ricostruito a cielo aperto l’alveo dell’Adda che ora risulta più basso di circa 20 metri per evitare che l’acqua, in caso di nuove alluvioni, possa creare una sorta di diga naturale. Per fare ciò è stato necessario rinforzare i versanti oggetto anche di interventi di riqualificazione.
E poi si guarda al futuro dal momento che, anche in questi ventisei anni, la frana ha continuato - come avviene praticamente in tutte le montagne - a scaricare a valle materiale.
Sette, quindi, le priorità del secondo lotto che prevede un impegno di spesa di circa dodici milioni di euro per tre anni di lavori. Probabilmente si partirà dall’intervento di pulizia relativo allo svaso, ad oggi praticamente quasi pieno per evitare che, con la caduta di altro materiale, fango e detriti possano finire nell’Adda con possibili conseguenze pericolose. Di seguito il completamento della colmata Pozz ai fini di una miglior sistemazione estetica ed agricola e poi la messa a punto della confluenza del torrente Vendrello nell’Adda. Anche lungo il torrente Presura, molto ripido e caratterizzato da ingente trasporto di materiale, andrebbe realizzato uno svaso e, successivamente, occorrerebbe sistemare l’imbocco in zona Pozzi unitamente ad un miglioramento in termini di viabilità. Il collegamento tra i versanti potrebbe essere concretizzato attraverso un ponte ed una briglia selettiva mentre, soprattutto per la popolazione residente, una miglioria importante potrebbe essere rappresentata dall’approntamento di una viabilità di emergenza tra Santa Maria e Sant’Antonio, ad oggi garantita da un tratto in galleria.
«In questo secondo lotto - ha consigliato l’assessore Beccalossi - cerchiamo di fare la politica dei piccoli passi. Occorrerà procedere secondo le priorità stabilite ed i tecnici regionali mi hanno già confortata in merito alla tempistica: non vorrei che passassero altri venticinque anni».
«Lo dobbiamo alla popolazione locale e soprattutto alle vittime» ha concluso. n
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