Cronaca / Lecco città
Domenica 03 Maggio 2015
Unico nepalese a Lecco
La tragedia di un popolo
vissuta da troppo lontano
LECCO
«Da nepalese vivere questo momento da lontano è difficilissimo, mi sento impotente e continuo a chiedermi da dove il mio popolo ripartirà per mettere a posto tutto quello che il terremoto ha distrutto».
Con queste parole cariche dolore Dawa Gelzen Sherpa, unico nepalese residente a Lecco, cerca a fatica di raccontare le emozioni e la sofferenza che sta vivendo dopo la violenta scossa di terremoto che ha fatto tremare il tetto del Mondo.
L’anello di congiungimento con l’Italia è stata la Piramide del Cnr, il laboratorio a 5050 metri di quota, nella Valle del Khumbu, dove Dawa lavorò per 4 anni a partire dalla sua costruzione nel 1990. Tramite le amicizie strette in quel periodo con alpinisti e guide italiane decise di venire nel Bel paese, meta che sognava da tempo. Sposato con una lecchese, Stefania, padre di due bambini, Diana di 10 e Stefano di 6 anni, Dawa, 48 anni, dal 2002 vive a Lecco, dove si è costruito una famiglia e tante amicizie che in questo momento, insieme alla preghiera, gli stanno dando la forza per affrontare a distanza il dramma che il suo Paese sta vivendo.
«La mia famiglia fortunatamente sta bene – racconta –. Dopo avere saputo quello che era successo, ho provato subito a contattare i miei fratelli, ma le comunicazioni nelle prime ore erano molto difficili. Il mio villaggio, Musey, che si trova proprio ai piedi dall’Everest, vicino a Lukla, fortunatamente non ha subito gravi danni. Una sorte ben diversa purtroppo è toccata ad amici e parenti che vivono in altri villaggi e sopratutto Kathmandu, dove la situazione è davvero terribile».
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