Cronaca / Circondario
Sabato 15 Giugno 2013
«Una vita spericolata
Ma ora sono rinato»
Il concerto l’altra sera a Valmadrera di Nando Bonini, che fu chitarrista anche di Vasco Rossi
Qualche anno fa la svolta e la conversione religiosa: terziario francescano, canta per Dio
Suonava alla destra di Vasco; adesso Nando Bonini – ospite l’altra sera del “Palaparrocchiale” – spende il suo talento per Dio, dopo la conversione che lo ha portato nei conventi e negli oratori, dai palchi monumentali dell’Olimpico e di San Siro.
Suona ancorae suona bene. Il delirio delle platee infinite appartiene però ormai ai ricordi - non rimpianti - di questo ex idolo delle folle; il tocco e la stoffa sono sempre quelle del chitarrista di rango che, prima di arrivare al “signor Rossi”, prestò la sua arte a Bennato, ai Righeria, agli Skiantos. Niente più effetti speciali, ma lo stesso rock per cantare “Fidati sempre di Lui” o “C’è un amore più forte”.
La musica “tosta”
Don Tommaso, coadiutore dell’oratorio, ha colto nel segno venerdì nella parentesi dell’intervista: «Come la peccatrice che avvicinò Gesù: i suoi gesti erano molto fisici, ma non più vuoti, bensì densi di vero amore»; così la musica di Bonini è ancora quella tosta, sulla quale a tratti sembrerebbe persino di udire il tono rauco di Vasco: «Era un bambino come me; ci siamo persi di vista; si è fatto uomo per somigliarmi nel dolore, tradito dalla falsità».
S’è confessato, dal palco, Bonini: «La conversione è stata progressiva, sino all’esplosione di un urlo di aiuto dentro; era cominciata durante una tournee nel 1996: o per caso, o per segno, vedo due che si comportavano con totale disprezzo verso un’altra persona. Mi sono riflesso in loro e mi sono sentito da schifo: ho cominciato a realizzare solo allora che ero andato alla deriva dai genitori, dagli amici e persino da mia moglie, per lasciarmi dominare dalla vanagloria».
«Brillavo di luce riflessa, beninteso: ed era quella di Vasco quindi immaginiamoci – ha sottolineato – a quali pressioni e tentazioni sono sottoposti gli idoli veri; anche la loro band, comunque, è attorniata dalla stessa corte che si prostra, ti osanna, ti serve e tu ti convinci in breve che tutto ti sia dovuto. Quel giorno che, sotto la pioggia, sono crollato nel giardino di casa esausto, è stata la prima volta in una vita intera che piegavo le ginocchia».
Il percorso spituale
Oggi Bonini e la moglie hanno raggiunto un traguardo del percorso spirituale, appartengono al terzo ordine francescano; fino al 2006 è perdurata la collaborazione con Vasco accanto a musical e testi sacri che ora costituiscono il suo unico repertorio.
E la vita spericolata? «L’ho fatta: i particolari non li racconto, ma è stata peggiore di tutto il peggio che potete immaginare; non il sesso, però, non la droga mi hanno segnato tanto quanto il convincermi di poter avere tutto e disporre di tutti e credere che quella fosse vita. Sì, “Vita spericolata” è stato un inno i cui contenuti sono stati condivisi anche da me: allora, lo dico tranquillamente, ci credevo; solo dopo, molto dopo, ho capito quanto ti intacca e ti rovina. Oggi il mio inno è una vita faticosa, nella quale ho imparato a riconoscere quotidianamente l’intervento di Dio, che non risolve i problemi al tuo posto, ma ti fa capire che c’è una meta». n
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