Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 12 Maggio 2015
«Una regia unica per l’agricoltura, ma serve passione»
Le parole di Vanini, presidente degli allevatori: «Troppe scelte figlie dei politici e non dei tecnici». E su Expo è critico: «Non siamo rappresentati».
Manifestazione promossa, politica rimandata, Expo bocciata. Per i vertici di Apa, associazione guidata da Plinio Vanini, la prima edizione di “Miss Valtellina, campionato provinciale vacche da latte razza bruna”, è stata un’occasione per fare il punto sul settore nei primi giorni dell’Esposizione universale dedicata al cibo. «Dal punto di vista tecnico credo che la manifestazione abbia fatto segnare una qualità molto elevata degli animali - spiega -: i nostri capi possono competere a livello italiano e internazionale. Si tratta di una risposta importante per tutti quegli allevatori che hanno seguito nel tempo la selezione genetica e un grande risultato per la nostra associazione. Il lavoro svolto nel corso degli anni ha prodotto un bilancio positivo».
Tra l’altro, le bestie sono state accompagnate da molti allevatori under 30. «Ci sono molti giovani con voglia di fare - aggiunge -, che lavorano non soltanto in pianura, ma anche sulla mezzacosta. È un grande segnale di un’agricoltura che torna a essere non esclusivamente quella dei grandi numeri, ma anche dell’equilibrio con il territorio».
Un territorio, e un sistema istituzionale, non sempre attento nel tutelare e valorizzare questo settore. «Al territorio c’è molto da chiedere, perché purtroppo fa agricoltura a livello di enunciazione di principi, ma non ha mai avuto e non ha un piano coordinato. La politica non ha la passione per questo settore, non è una critica la mia - chiarisce -, semplicemente vorrei ribadire che o ci ispiriamo a un modello di organizzazione e gestione efficace, oppure lo scenario sarà negativo. Ci sono troppe parti di territorio alla deriva, invase dal bosco e spesso dai capannoni, vanno riconquistate e ridestinate all’agricoltura. Al consumatore bisogna saper spiegare che l’acquisto dei nostri prodotti dev’essere un motivo d’orgoglio. Non sempre il prezzo vince, è necessario lavorare molto su questa sensibilizzazione: fare agricoltura in montagna costa. È l’unico modo per garantire una speranza a questi giovani, perché senza la sensibilità del territorio è tutto più complicato».
Un vuoto, o un’assenza, segnalato spesso a livello di analisi, difettano però le soluzioni. «Serve una regia unica, un confronto con le associazioni politiche di categoria, ma non solo: anche con quelle tecniche. Si fa sempre l’errore strategico di voler indirizzare le scelte basandosi troppo su valutazioni politiche. Non dico che la politica non abbia buone volontà, ma serve un coordinamento efficace nel lungo tempo».
Intanto è partita Expo. «Lo dico sempre in maniera molto serena. Expo non è stata coordinata, francamente non so quali siano le aspettative possibili - osserva Vanini -. Un coordinamento è sicuramente mancato, mi piacerebbe vedere una volta finalmente tutti insieme, senza colori e casacche, a lavorare sullo stesso progetto. Ognuno ha cercato di fare il meglio, ma con troppa divisione». La presenza della provincia è basata sulle associazioni a Expo e sul progetto Valtellina Expone in città: secondo lei è sufficiente? «Non lo so, sono passati dieci giorni dall’inaugurazione. Ma mi sembra che si manchi di un progetto globale a livello di sistema Paese. Qualche ragionamento lo fare sul fatto che i punti di riferimento per il cibo siano McDonald’s e la Coca cola. È una fiera al consumo basato sulle multinazionali. Da allevatori e produttori non ci vediamo rappresentati in questo evento».
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